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Consiglio d’europa: premio Havel, situazione profughi e libertà di religione

Sir Europa, Strasburgo – È stato assegnato all’attivista russa Ludmilla Alexeeva (88 anni) la terza edizione del Premio per i diritti umani Václav Havel, promosso dal Consiglio d’Europa, destinato a “ricompensare gli attori della società civile che si sono distinti nella difesa dei diritti umani”. Il Premio, del valore di 60mila euro, è stato consegnato nel corso di una cerimonia tenutasi oggi al Palais de l’Europe a Strasburgo, sede del CdE, in occasione dell’apertura della sessione plenaria d’autunno dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Apce, 28 settembre-2 ottobre). Alla consegna del trofeo, la presidente dell’Apce, Anne Brasseur, presidente della giuria di selezione, ha dichiarato: “Ludmilla Alexeeva ha ispirato generazioni di difensori dei diritti umani in Russia, ma anche all’estero, a impegnarsi nella lotta per la giustizia”. “Per decenni è stata perseguitata e minacciata. Ha perso il lavoro e ha dovuto lasciare il suo Paese per continuare a denunciare le violazioni dei diritti umani nell’Unione Sovietica. Oggi, presiede il Gruppo Helsinki di Mosca, organizzazione che spesso deve scontrarsi con un ambiente ostile in quanto Ong di libero pensiero, ma che continua a denunciare violazioni dei diritti umani e offre assistenza alle vittime”. Diversi i temi nell’agenda Apce in questi giorni: fra questi la risposta umanitaria e politica alla crisi dei migranti e rifugiati in Europa, le sfide che devono affrontare i Paesi di transito e la necessità di un sistema europeo di asilo. 

Su questi temi è previsto domani in aula l’intervento della presidente della Camera dei deputati italiana, Laura Boldrini. “Vi saranno inoltre dibattiti – specifica una nota CdE – sul vivere insieme in una società democratica, sull’esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell’uomo e sulle attività dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, con la partecipazione del suo Segretario generale, Angel Gurría”. Igor Crnadak, ministro degli Affari esteri della Bosnia-Erzegovina si rivolgerà ai parlamentari nell’ambito della presidenza del Comitato dei ministri. Il 30 settembre verrà discusso e approvato il rapporto “Freedom of religion and living together in a democratic society”. Un testo giudicato dagli esperti come equilibrato: nelle sue linee generali sottolinea l’importanza di costruire una laicità inclusiva e di riconoscimento da parte degli Stati membri nei confronti delle comunità religiose (vi si legge: “Il principio di laicità non richiede la cancellazione del fenomeno religioso dallo spazio sociale”). Il testo si sofferma poi su tre pratiche che suscitano controversia: velo integrale, circoncisione rituale dei bambini, macellazione rituale. Temi sui quali sono previsti confronti serrati fra i deputati.

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Simone Caffarini: