“Vogliamo fare con lui una grande festa della fede. Accoglierlo nella gioia mettendo il Vangelo al centro dell’incontro. Come fratelli che dopo un po’ che non si vedono, fanno festa insieme”. Jens-Martin Kruse è il pastore della Comunità evangelica luterana di Roma. Sarà lui domenica 15 novembre ad accogliere Papa Francesco alle 16 nella Chiesa di Cristo in via Sicilia che da 100 anni è la “casa” dei luterani di Roma. Una Chiesa di minoranza nel nostro Paese, “una voce nella più vasta sinfonia della Chiesa dove tutti gli strumenti sono necessari”, precisa il pastore. In Italia sono 4mila e 500 nella comunità di Roma. La maggioranza sono tedeschi sposati con italiani. Ma ci sono anche tedeschi che abitano a Roma per motivi di lavoro e luterani di tutto il mondo. Francesco sarà il terzo Papa a incontrare la comunità luterana di via Sicilia: il primo ad entrare in una chiesa luterana dopo la riforma fu Giovanni Paolo II nel 1983. Seguì papa Benedetto XVI nel 2010. È stato l’incontro tra Papa Francesco e il Patriarca Bartolomeo a Gerusalemme a spingere il pastore Kruse a invitare il Papa. I rapporti in Vaticano sono ottimi e la comunità luterana di Roma è tra le Chiese protagoniste del dialogo ecumenico in città. Il sì è arrivato quasi subito. Non ci sono oscurità per cui chiedere perdono. Non ci sono attese di chiarimenti. “È una visita pastorale come il Papa fa spesso nelle parrocchie romane della Chiesa cattolica – dice sorridendo Kruse -. Questa volta invece verrà a trovare una chiesa luterana”. Il programma della visita è ancora tutto da definire. L’idea però è di fare “la cosa più importante e più bella che possiamo fare insieme e, cioè, celebrare un culto”. Sarà quindi un incontro “nel segno dell’ecumenismo. Papa Francesco – spiega Kruse – dice spesso che l’ecumenismo si fa camminando. Ed è quello che stiamo facendo e faremo con lui. La sua visita sarà una festa dei fratelli vicini. Un momento in cui possiamo dire: oggi i cristiani sono uniti, abbiamo la stessa fede e possiamo celebrare il culto insieme”.
Chi è papa Francesco per voi luterani?
“Per noi luterani a Roma, è il nostro vescovo. Non in senso giuridico ma in senso simbolico. Noi luterani di Roma abbiamo sempre avuto un rapporto molto vicino con i Papi. Anche in questo momento, molto difficile per il mondo, secondo me il Papa è il portavoce dei cristiani. Non abbiamo alcun problema particolare con lui. Papa Francesco vive il suo ministero in modo evangelico. Esistono anche altre posizioni nel mondo protestante. Ma questa è la nostra posizione”.
Fa effetto sentire un luterano parlare così di un Papa. Lutero nasce in stretta contrapposizione con il Papa di Roma.
“Non è vero. Alla fine sì. Ma all’inizio Lutero non aveva idea di cambiare qualcosa nella Chiesa ma di riformarla al suo interno. Sviluppando poi la sua via, c’è stata una grande polemica con il Papa anche perché il Papa non capì a fondo che cosa lui voleva. Negli ultimi anni della sua vita, però, Lutero ha sempre lasciato una speranza, una piccola porta aperta al papato. Oggi tutto è cambiato e, secondo me, anche i luterani devono sviluppare un rapporto nuovo con il Papa”.
Papa Francesco ha puntato il suo pontificato sul tema della misericordia. È un tema che vi è molto caro, vero?
“È il ‘nostro’ tema. Sono totalmente d’accordo con quanto il Papa dice sulla misericordia. I luterani hanno sempre pensato così. La fede e l’amore sono parte della stessa medaglia. È un messaggio anche molto attuale in un momento in cui vediamo questo flusso di migranti che vengono in Europa alla ricerca di una nuova casa. Dobbiamo pensare veramente che l’amore di Dio è per ogni uomo e non solo per noi europei. C’è un grande compito e una grande attualità per questo messaggio della Misericordia”.
Francesco è un Papa che piace molto al mondo protestante. Si è presentato come vescovo di Roma, presenta un Vangelo essenziale. Che altro?
“Aggiungerei anche che il Papa comincia ogni mattina con una omelia. E questo è il nostro carisma, la Parola di Dio. Per noi lui è veramente un vescovo”.
Nel 2017 si celebrerà il Giubileo della Riforma. Qual è l’attualità di Lutero?
“C’è un distacco delle persone dal Vangelo. I tempi non sono sicuramente buoni per la fede e per i cristiani. Anche in Italia, le Chiese sono vuote. C’è allora un compito comune che è quello di trovare nuove vie per aiutare la gente ad accostarsi di nuovo alle pagine del Vangelo e avere un rapporto personale con Dio. E questa era la domanda di Lutero e su questo oggi non ci sono differenze con quanto sta facendo Papa Francesco. I tempi sono cambiati”.