“Mi ha colpito la partecipazione della gente. Ho visto tantissime persone interessate, che vogliono capire di più”. Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, ha da poco concluso la visita a Expo 2015 e si sofferma per alcune impressioni a caldo. In mattinata ha visitato il padiglione italiano, nel pomeriggio quello – gettonatissimo – della Santa Sede. “Si cerca di portare una riflessione sul tema generale dell’esposizione”, “Nutrire il pianeta, energia per la vita”, e questi problemi “assumono il volto delle persone che li vivono sulla propria pelle. È ciò che il Papa ha invitato a fare parlando alle Nazioni Unite”.
Obiettivo raggiunto. Il cardinale gira incuriosito nell’area espositiva allestita dalla Santa Sede e dalla Conferenza episcopale italiana. Mons. Pasquale Iacobone, vice commissario al padiglione – carica che condivide con Luciano Gualzetti – illustra le installazioni multimediali e l’arazzo di Rubens sull’Ultima cena. Parolin chiede spiegazioni, apprezza, approfondisce. Poi afferma: “Lo scopo è raggiunto”. A suo avviso la presenza della Chiesa all’esposizione porta un valore aggiunto, “è un’occasione per testimoniare qui i nostri valori”; i contenuti trasmessi ai visitatori sono di alto livello, “portando qui una riflessione su temi concreti che toccano la vita delle persone, con un respiro culturale, etico e spirituale”.
“Il cibo può unire o dividere”. “Il cibo può unire”, aggiunge Parolin, “ma può anche dividere”, perché attorno alle risorse naturali, a quelle alimentari, all’agricoltura, all’acqua o all’energia si sviluppano interessi crescenti, e ampie fasce di popolazione mondiale sono escluse da questi beni. Qui il porporato cita a braccio il Papa nel suo discorso al Palazzo di Vetro: “Non possiamo trasformare i grandi drammi dell’umanità”, a partire dalla risposta ai bisogni primari, “in pura teoria. Dobbiamo semmai coglierne i riflessi sul volto dell’uomo”. In questo senso “rileviamo come talvolta manchi la volontà politica di rispondere a queste esigenze fondamentali, una volontà politica che si trasformi in risposte concrete”, eque, urgenti.
Giovani e scolaresche. I visitatori del padiglione della Santa Sede hanno raggiunto a oggi la cifra di un milione e 210mila; oltre 430mila sono stati gli ingressi solamente nel mese di settembre. Il card. Parolin riprende l’analisi, spiegando che Expo può costituire un ponte tra i popoli e gli Stati: “In effetti qui i Paesi si trovano insieme”, uno accanto all’altro. “È un segno positivo soprattutto in questa epoca in cui invece rinascono i muri”. Per tale ragione la Chiesa ha scelto di essere a Expo? “Certamente. Si è colta l’opportunità di fornire ai numerosi visitatori elementi per soffermarsi” sul diritto al cibo, la lotta alla povertà, lo sviluppo economico o il mancato sviluppo. “Vedo tanti giovani e scolaresche entrare in questo padiglione”: dunque è anche una presenza “educativa” quella della Chiesa all’esposizione di Milano.
L’incontro con Sala. Il segretario di Stato vaticano era apparso molto interessato anche durante la visita a Palazzo Italia, guidato dal direttore generale del padiglione, Stefano Gatti. Ad accompagnare il percorso, la delegazione italiana guidata dal ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio. Della delegazione Santa Sede-Cei facevano invece parte, fra gli altri, mons. Erminio De Scalzi, vescovo ausiliare di Milano, i vice commissari del padiglione della Santa Sede, Iacobone e Gualzetti; per la Conferenza episcopale italiana Livio Gualerzi e don Mario Lusek. Parolin è poi passato a visitare l’edicola Caritas e ha concluso la sua permanenza in Expo al padiglione Zero, dove ha incontrato il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, che lo ha guidato nella visita al padiglione.
“Mensa dei popoli”. Per domenica 4 ottobre è attesa a Expo un’altra iniziativa ecclesiale, oltre alle numerose già promosse nei mesi scorsi. Si tratta della “Mensa dei popoli”, organizzata dalla Caritas, che vedrà un centinaio di volontari servire il pranzo a persone “in difficoltà” seguite dai servizi della Caritas a Milano e nelle altre città della Lombardia. Il pranzo sarà offerto da “commensali paganti” (al costo di 10 euro), che siederanno a tavola con coloro che non possono permetterselo e il ricavato finanzierà il Refettorio Ambrosiano aperto in città. Al biglietto di ingresso per tutti i partecipanti provvederà invece la Duomo Viaggi.