Più spazio ai Circoli Minori, le cui relazioni – 39 in tutto, 13 a settimana – saranno per la prima volta rese pubbliche integralmente. Eliminazione della “Relatio post disceptationem” a metà percorso. Redazione in tre fasi, da parte di una Commissione di 10 padri, del documento finale, che sarà consegnato nelle mani del Papa, a cui spetta “l’ultima parola”. Sono le novità più rilevanti della XIV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, la cui metodologia è stata illustrata oggi dal cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Tra padri, delegati fraterni e uditori, sono 318 coloro che avranno diritto di parola al Sinodo, in Aula (per tre minuti) e più ampiamente nei 13 “Circuli Minores”, i gruppi di lavoro su base linguistica: quattro in inglese, tre in spagnolo, tre in francese, due in italiano, uno in tedesco. Capillare la copertura giornalistica, con un briefing giornaliero in sala stampa vaticana a cui in tre settimane parteciperanno 50 padri sinodali, che – come tutti gli altri – sono “liberi di comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità”.
Un “preludio” ai lavori sinodali. Così il cardinale Baldisseri ha definito la Veglia di domani sera in piazza san Pietro, organizzata dalla Chiesa italiana, alla quale parteciperanno, oltre alle famiglie, i movimenti e le associazioni ecclesiali, i padri sinodali, i partecipanti al Sinodo e “tutti i fedeli del mondo”. “Al calare della sera – ha detto il card. Baldissseri – risplenderà la bellezza della famiglia attraverso le fiaccole accese”. Con la celebrazione eucaristica di domenica mattina, presieduta dal Papa, si aprirà l’Assemblea generale ordinaria del Sinodo sul tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”.
Tre settimane. Le tre settimane dei lavori del Sinodo saranno rispettivamente dedicate alle tre parti dell’Instrumentum laboris. Al termine di ognuna di esse, saranno rese pubbliche le relazioni dei Circoli Minori. Nella sessione inaugurale, il presidente delegato rivolge il suo saluto al Papa, che apre i lavori. Intervengono quindi il segretario generale e il relatore generale con le loro rispettive relazioni, quindi il relatore generale presenta i temi della prima parte: dopo la testimonianza di una coppia di coniugi uditori, hanno inizio gli interventi dei Padri sinodali nelle Congregazioni generali. Seguono poi le sessioni dei Circoli minori, in cui i Padri produrranno i “modi” sul testo.
Dieci padri in tutto, nominati dal Papa in rappresentanza dei cinque continenti (con le Americhe che hanno a disposizione due padri, uno per quella del Nord e uno per quella del Sud), più tre “ex officio” (il segretario generale, il relatore e il segretario speciale) e un religioso. È la Commissione per l’elaborazione della relazione finale, che “ha il compito di seguire ogni fase di avanzamento” del testo con cui si concluderà il Sinodo e si riunisce al termine dei lavori su ogni parte dell’Instrumentum laboris e per la redazione finale. Al termine delle tre tappe di lavoro la Commissione sovrintende all’elaborazione del “progetto della relazione finale”, che viene presentato in aula come frutto dei tre testi che hanno già recepito i “modi” dei Circoli Minori. La Commissione elabora il testo definitivo della “Relatio finalis”, che nel mattino di sabato 24 ottobre viene presentato in Aula e nel pomeriggio votato dai padri, prima della consegna a Papa Francesco.
“I padri sono liberi di comunicare con i media a loro discrezione e responsabilità”, ha annunciato il cardinale Baldisseri, precisando subito dopo che “le varie fasi di elaborazione del documento rimangono riservate, considerando che i testi, nel corso del cammino sinodale, sono suscettibili di continui sviluppi fino alla redazione finale”. Quanto al documento finale che i padri consegneranno al Papa, il card. Baldisseri ha precisato, rispondendo alle domande dei giornalisti, che si tratta di “un documento organizzato, diviso in numeri e votato alla fine secondo i numeri, come se fossero proposizioni”.
“L’ultima parola è del Papa”. La relazione finale verrà consegnata a Papa Francesco, “così come è stata votata”, e il Papa “ne terrà conto nel modo che ritiene più opportuno”. “Il Santo Padre è presente tutto il tempo fino all’ultimo momento”, ha risposto il card. Baldisseri a proposito delle modalità di presenza durante i lavori. All’inizio di essi, “il Papa parlerà, farà almeno un saluto”, ha reso noto il cardinale a proposito della prima Congregazione Generale del 5 ottobre, e le sue parole seguiranno quelle della Veglia del 3 ottobre e dell’omelia di domenica 4, giorno della solenne inaugurazione del Sinodo nella basilica di San Pietro. Quanto al giorno della chiusura, il segretario generale ha ricordato quello che è successo l’anno scorso, quando “il giorno prima il Santo Padre mi ha detto che l’indomani avrebbe desiderato parlare, e ha pronunciato il suo discorso”.
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