E’ proprio di questi giorni l’ultima interessante scoperta sul suolo “marziano”: le tracce (strisce evidenti di sali idrati) della presenza di acqua salata. In verità, era già stata accertata l’esistenza di una quantità consistente di acqua nelle profondità del pianeta, però sotto forma di strati di ghiaccio. La novità di quest’ultima scoperta, dunque, sta nel fatto che non si erano mai osservati così bene sulla superficie dei sali idrati, una sorta di “firma” della presenza di acqua salata. Dunque, su Marte l’acqua c’è, anche se la sua “foto” manca ancora, sfuggendo alla curiosità universale. Ma c’è vita su Marte? “Di sicuro l’osservazione di acqua salata ne aumenta la possibilità – afferma l’astrofisico Giovanni Bignami in una recente intervista -. Prendendo come esempio il deserto Atacama in Cile, simile a Marte per aridità, lì si trovano comunità di colonie di microbi alofili. Una forma analoga di vita elementare potrebbe esistere anche su Marte”. Del resto, “tre miliardi di anni fa – precisa Jim Green, direttore del settore scienze planetarie della Nasa – Marte possedeva un’atmosfera e un oceano”. Una successiva catastrofe ambientale avrebbe poi trasformato il pianeta più simile alla Terra nel sasso desolato che abbiamo conosciuto attraverso le immagini dei rover “Spirit” e “Opportunity”.
Eppure, ricoperto dai mari o dal suolo riarso, Marte continua ad affascinarci e ad attrarci, stimolando i nostri sogni su possibili future “migrazioni” di massa.
Tanto che, in modo speculare, anche il cinema, di genere fantascientifico, continua a proporre i suoi esperimenti di sopravvivenza umana sul “pianeta rosso”. L’ultimo in odine di tempo è il film “Sopravvissuto – The Martian”, diretto da Ridley Scott e basato sull’omonimo romanzo di Andy Weir, a breve in uscita nelle sale italiane. La pellicola narra di un astronauta che viene misteriosamente abbandonato su Marte dal suo equipaggio. Lì dovrà cercare di sopravvivere, con i pochissimi mezzi a disposizione e tanto ingegno, per tutti e quattro gli anni necessari perché un nuovo equipaggio venga a recuperarlo, senza possibilità alcuna di comunicare con la Terra.
Chi di noi – pur comodamente seduto sul divano di casa o sulla poltrona di una sala cinematografica – non ha sognato almeno una volta di essere al posto di quell’astronauta, pioniere nella conquista del “pianeta rosso”?
Insomma, tra scienza e fiction, Marte, Marte e ancora Marte. Ci sfugge solo una cosa: quale sarà il segreto di tanto fascino esercitato sui noi terrestri? Sicuri che vogliamo saperlo? E se la sorpresa fosse orribile?