Firenze – “A poco più di un mese dall’evento, il Consiglio permanente ha fatto il punto sul Convegno ecclesiale nazionale e – più in generale – sui primi cinque anni del decennio, che la Chiesa italiana ha dedicato alla responsabilità educativa”. È quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio permanente Cei, conclusosi oggi a Firenze. “Centrale per i vescovi rimane la questione antropologica, minacciata da una cultura del relativismo che svuota ogni proposta: l’individuo che si concepisce ‘autonomo’ dalla realtà, si priva di fatto dell’apertura alla trascendenza e di relazioni autentiche con il prossimo e, più in generale, con la vita sociale e con il creato; rincorrendo semplicemente se stesso, finisce per mancare l’appuntamento con ciò che qualifica il suo essere persona”.
“Emblematica di tale cultura è lo stesso tentativo di applicare la ‘teoria del gender’, secondo un progetto che pretende di cancellare la differenza sessuale. Di qui la rinnovata volontà dell’episcopato a mantenersi nel solco della missione educativa, puntando nel prossimo quinquennio a intensificare alleanze collaborative con la società civile e le sue istituzioni, a partire dalla scuola”. La proposta del Convegno – riscoprire in Gesù Cristo la possibilità di un umanesimo vero e pieno – intende, quindi, “concretizzarsi in strade da percorrere e obiettivi da perseguire, per un’educazione integrale che torni a dare contenuto a parole come persona e libertà, amore e famiglia, sessualità e generazione”.