Sorto, come la maggior parte dei teatri marchigiani, in pieno ottocento grazie alla filantropica opera di alcuni benestanti, il “Teatro della Concordia”, utilizzato anche come aula di tribunale, alloggio per le truppe, sede per conferenze e feste di gala, subì i duri bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. Risistemato e completamente stravolto nella sua struttura interna, nell’immediato dopoguerra assunse la denominazione di “CineTeatro Pomponi”.
Nel gennaio 2001 iniziarono i lavori di consolidamento e restauro conservativo, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno per la fornitura e installazione delle macchine di scena, quinte, tendaggi e corpi illuminanti.
Con la nuova inaugurazione del 30 aprile 2008 il teatro, nuovamente denominato Concordia, è tornato al servizio delle attività culturali della città e conta ora 312 posti in totale (due utilizzabili per diversamente abili), di cui 258 in platea e 54 in galleria.
“Il teatro Concordia – spiega l’assessore alla cultura Margherita Sorge – è un contenitore culturale che abbiamo riaperto nel 2008 dopo anni di abbandono. Negli anni abbiamo investito risorse economiche e umane, scegliendo di mantenere la gestione diretta della struttura. Organizzando stagioni teatrali e concertistiche, concerti di privati, iniziative per le scuole di discreto successo, siamo riusciti ad introitare risorse che abbiamo reinvestito nella manutenzione e funzionamento del teatro. Come fatto per altre strutture museali e luoghi d’arte – conclude Sorge – nel quaderno dell’Archivio Storico intendiamo raccontare la storia della struttura e ripercorrere le tappe che ci hanno portato a restituire alla città uno spazio culturale di pregio”.