Sulla questione dei divorziati risposati, come su tutto il resto, quello del Sinodo è un “panorama totalmente aperto”. Lo ha detto monsignor Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali e della Commissione per l’informazione del Sinodo, intervenuto al briefing di oggi insieme a monsignor Paul André Durocher, già presidente della Conferenza episcopale del Canada. Interrogato dai giornalisti, Celli ha precisato che il discorso sui divorziati risposati “è molto aperto: lo stesso intervento di questa mattina del Papa, che ha ribadito che i documenti di riferimento del Sinodo dello scorso anno sono la Relatio Synodi e i suoi due discorsi, di apertura e chiusura, mantiene aperto l’atteggiamento della Chiesa, con un’attitudine profondamente pastorale, nei confronti dei divorziati risposati”. Nello stesso tempo, però, “il Papa ha detto in maniera molto esplicita che il Sinodo non ha come unico punto di riferimento questo: è uno dei punti”. “Siamo ancora nella prima parte dell’Instrumentun laboris”, ha ricordato Celli: “Gli interventi dei padri sono legati alla prima parte e hanno un taglio molto particolare, non onnicomprensivo”. “La visione del Sinodo rimane aperta pastoralmente”; ha precisato Celli, ma “rimane ferma l’affermazione del Papa su quella che è la dottrina cattolica sul matrimonio”.
“Se tutto fosse terminato con la Relatio di ieri mattina, che ci stiamo a fare qui?”, si è chiesto monsignor Celli, sottolineando che i padri fin qui intervenuti “si sono mossi con un’ampiezza di visione impressionante, che va dall’esperienza delle proprie Chiese fino ad affermazioni di principio”. Quello del Sinodo sulla famiglia, quindi, è “un panorama totalmente aperto”. “L’insegnamento della Chiesa è un dono per il mondo, non per pochi eletti”; ha fatto notare Durocher, riferendo che al Sinodo “c’è grande unanimità sulla constatazione della crescente distanza tra la visione culturale della vita di famiglia e ciò che la Chiesa propone”. Rispetto a questo, “sono possibili differenti reazioni: la prima è enfatizzare l’insegnamento della Chiesa, l’altra è enfatizzare il dialogo con il mondo, per la paura di perdere il contatto con la cultura”. In realtà, ha ricordato Durocher, la Chiesa “ha da sempre tenuto insieme la preoccupazione per la conservazione del suo insegnamento e la volontà di entrare in dialogo col mondo”.