Al termine della sua catechesi durante l’Udienza generale del mercoledì, Papa Francesco ha ricordato la memoria di oggi della Beata Vergine Maria del Rosario. A Lei ha affidato le famiglie di tutto il mondo e, in particolare, i lavori del Sinodo dei vescovi sulla famiglia.
“Come San Giovanni Apostolo – ha detto il Pontefice – accogliete Maria nelle vostre case e fatele spazio nella vostra esistenza quotidiana” perché “la sua materna assistenza sia fonte di serenità e di forza”.
Rivolgendosi poi, al momento dei saluti, a giovani, malati e sposi novelli, il Santo Padre ha aggiunto: “Cari giovani, la speranza che abita il cuore di Maria vi infonda coraggio di fronte alle grandi scelte della vita; cari ammalati, la fortezza della Madre ai piedi della croce vi sostenga nei momenti più difficili; cari sposi novelli, la tenerezza materna di Colei che ha accolto nel grembo Gesù accompagni la nuova vita familiare che avete appena iniziato”.
Parlando ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente, il Papa ha indirizzato un affettuoso pensiero al gruppo di 32 rifugiati iracheni presente in piazza San Pietro. “Cari fratelli e sorelle, preghiamo perché i Padri sinodali sappiano attingere dal tesoro della viva tradizione parole di consolazione e orientamenti di speranza per le famiglie chiamate a costruire il futuro della comunità ecclesiale”, ha detto loro.
Incontrandoli a fine udienza, i profughi – che negli anni passati sono riusciti a raggiungere la Svezia – hanno raccontato al Pontefice le storie di sofferenza delle loro famiglie, che attualmente hanno perso di vista a causa delle violenze che stanno investendo la loro terra d’origine. Ad accompagnarli – informa L’Osservatore Romano – padre Rami Alkabalan, del patriarcato di Antiochia dei siri. Proprio accanto a loro, 50 volontari del corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, che hanno partecipato alle operazioni di accoglienza dei migranti nel Mediterraneo fin da 2008.
Tra i presenti anche il cantante argentino Charly Alberti che ha presentato a Bergoglio il progetto, nato da una sinergia con la Pontificia Accademia delle scienze sociali, guidata dall’arcivescovo Marcelo Sánchez Sorondo, che vuole rilanciare i contenuti dell’enciclicaLaudato Si’ tra i giovani dell’America latina in una chiave rock. “Proprio come musicista — ha spiegato l’artista — ho dato vita alla Fondazione Revolución 21 per contribuire allo sviluppo sostenibile dell’America latina con la riscoperta delle sue ricchezze umane e naturali”. “La musica rock — ha aggiunto — è un linguaggio spontaneo alla portata dei più giovani che sono, per loro stessa natura, anche particolarmente sensibili alle questioni del rispetto dell’ambiente. E pure il linguaggio di Papa Francesco è diretto, chiaro e ben comprensibile dalle nuove generazioni, che infatti lo stanno ascoltando con attenzione”.
Sempre in tema di musica, tra i fedeli spiccava anche il gruppo musicale Colombia Canta y Encanta, che ha riempito la piazza di suoni e colori, testimoniando la validità del “programma di formazione per bambini portato avanti attraverso, appunto, musica e cultura del Paese”, ottenendo così “un grande risultato artistico, educativo e anche di promozione sociale”.
Particolarmente numerose, come sempre, le persone malate presenti in piazza. Con affetto il Papa ha abbracciato Arianna, una bambina di 4 anni, ricoverata dal 29 giugno all’ospedale Bambino Gesù per una rara malattia genetica e che, dopo complesse terapie, potrà presto finalmente rientrare a casa, ad Ancona. Significativo, poi, il gesto compiuto da due ragazzi norvegesi, Karl Olav e Beatrice Skudal, che hanno donato al Papa una croce a nome di tutta la loro scuola, l’istituto cattolico San Paolo a Bergen. Si tratta, hanno spiegato, “di una realtà multiculturale con 340 alunni”, fondata nel 1873 in ambito parrocchiale per poi affermarsi come punto di riferimento culturale nel Paese.
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