La risposta a questo perché il Papa l’ha tratta dal Salmo del giorno, che proclama “beato” l’uomo “che non entra nel consiglio dei malvagi” e che “trova la sua gioia” nella “legge del Signore”. E ha spiegato: “Adesso non vediamo i frutti di questa gente che soffre, di questa gente che porta la croce, come quel Venerdì Santo e quel Sabato Santo non si vedevano i frutti del Figlio di Dio Crocifisso, delle sue sofferenze. E tutto quello che farà, riuscirà bene. E cosa dice il Salmo sui malvagi, su quelli che noi pensiamo vada tutto bene? ‘Non così, non così malvagi, ma come pula che il vento disperde. Perché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina’”. Una rovina che Francesco ha sottolineato citando la parabola evangelica di Lazzaro, simbolo di una miseria senza scampo, e del gaudente che gli negava anche le briciole che cadevano dalla sua tavola: “È curioso di quell’uomo non si dice il nome. È soltanto un aggettivo: è un ricco. Dei malvagi, nel Libro della Memoria di Dio, non c’è nome: è un malvagio, è un truffatore, è uno sfruttatore… Non hanno nome, soltanto hanno aggettivi. Invece, tutti quelli che cercano di andare sulla strada del Signore, saranno con suo Figlio, che ha il nome, Gesù Salvatore. Ma un nome difficile da capire, anche inspiegabile per la prova della croce e per tutto quello che Lui ha sofferto per noi”.