ROMA – Vincenzo Morgante è giornalista professionista dal gennaio 1993. La sua carriera giornalistica è legata essenzialmente alla cronaca religiosa con la corrispondenza dalla Sicilia per il quotidiano Avvenire e in RAI, come vaticanista per il Tg3. Nell’ottobre del 2003, Morgante è stato nominato Caporedattore della sede siciliana della RAI per poi essere nominato il 17 ottobre del 2013, Direttore della Testata Giornalistica Regionale. Lo abbiamo incontrato presso Borgo Sant’Angelo 23, sede della direzione della testata e di altre realtà della TV pubblica, quali RAI Vaticano, RAI Ragazzi e la redazione web di RAI News 24, a pochi passi dalla Basilica di San Pietro.
Dottor Morgante, grazie per aver accettato l’invito. Prima di diventare Direttore della TGR è stato vaticanista ed è tutt’ora molto legato al giornalismo cattolico. Come vede il “comunicare Dio” in questo 2015?
“Lo vedo di un’importanza straordinaria e posso dire anche di estrema facilità. Annunciare Cristo significa anche annunciare una novità e l’annuncio ha in sé la valenza della novità e in una realtà sempre più scristianizzata, penso che sia veramente una straordinaria opportunità oltre che un immancabile dovere da assolvere. Quindi penso che per chi fa riferimento nei valori della fede, l’annuncio di Cristo sia di quanto più utile e di più bello possa esserci per un comunicatore”.
Più volte ha avuto modo d’incontrare Papa Francesco, come Le sembra questo pontefice che da due anni porta a tutti grandi emozioni?
“Ci sono state tante definizioni del Pontefice, ce n’è una che mi piace moltissimo: “il Pontefice della concretezza”. Papa Francesco nel suo stile, nel suo dire, nei suoi atteggiamenti, nei suoi comportamenti, ti da l’impressione di conoscerti singolarmente e di vivere quella che è la tua vita, percependone gioie, speranze, dolori, ansie. Proprio ti fa capire che si sta rivolgendo, anche quando parla a milioni di persone, a te, parla al tuo cuore oltre alla tua mente. E’ questo che mi piace. Papa Francesco non dice cose banali, affronta temi di portata teologica, culturale, fondamentali, importantissimi, però ha la capacità di parlarne con estrema semplicità, scendendo con lo sguardo al livello del suo interlocutore, e quindi veramente coinvolgendolo”.
Lei è direttore della Testata Giornalistica Regionale dal 2013, qual è il rapporto tra la TGR e le varie Diocesi italiane?
“Le nostre 24 redazioni di Lingua Italiana, più quelle di lingua tedesca, ladina e slovena, vivendo nel territorio, non possono che operare in sintonia con gli agenti del territorio, tra questi agenti ci sono le Diocesi e le sue realtà comunicative. Io stesso ho partecipato nella mia veste di Direttore, a delle iniziative della Federazione dei Settimanali Cattolici. Nei mesi scorsi l’Azienda, in occasione di una campagna promozionale rivolta alla nostra testata, ha destinato anche una parte dei finanziamenti per della pubblicità sui settimanali cattolici. Quindi c’è un grande rispetto e da parte mia c’è anche una grande attenzione. Facciamo grossomodo lo stesso lavoro, parliamo per il territorio dal territorio e quindi penso che si possa capire anche nel rispetto dei ruoli, nella laicità del Servizio Pubblico, anche delle occasioni di confronto e perché no di collaborazione.
A nome della redazione, ringraziamo il Direttor Morgante, il quale ha apprezzato moltissimo il nostro meeting “Pellegrini nel Cyberspazio”, che ha visto la partecipazione di diversi esponenti del giornalismo della RAI e della Testata Giornalistica Regionale.
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