Sono le prime righe della Carta di Milano, documento collettivo promosso dal Governo italiano e aperto alla sottoscrizione pubblica (http://carta.milano.it/) che vorrebbe costituire una eredità immateriale, eppure concreta, dell’esposizione universale. Fra una settimana, il 16 ottobre, il testo – un compendio di diritti, consapevolezze, impegni sul tema della nutrizione, della sostenibilità ambientale e dei diritti umani – sarà simbolicamente consegnato al Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante la Giornata mondiale dell’alimentazione.
Ancora nel Preambolo della Carta si legge: “Riteniamo che solo la nostra azione collettiva in quanto cittadine e cittadini, assieme alla società civile, alle imprese e alle istituzioni locali, nazionali e internazionali potrà consentire di vincere le grandi sfide connesse al cibo: combattere la denutrizione e la malnutrizione, promuovere un equo accesso alle risorse naturali, garantire una gestione sostenibile dei processi produttivi”. La Carta di Milano è, in definitiva, un “atto d’impegno”, che richiama responsabilità individuali e collettive, stili di vita e decisioni politiche, uno “strumento di cittadinanza globale”. Un impegno che si collega, idealmente, ai prossimi Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite e – pur se non affermato esplicitamente – ad alcuni dei contenuti dell’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco.
Certo, la Carta è un testo, un insieme di parole che potrebbero – come si dice – restare solo sulla carta. Ma è non di meno un traguardo in sé, un forte messaggio al mondo promesso e mantenuto. Una iniziativa italiana che varca le frontiere nazionali per proiettarsi nello scenario globale. Un percorso che mette nero su bianco degli impegni ambiziosi ma giudicati da molti esperti realmente realizzabili; non solo un libro dei desideri, in ultima analisi, bensì una strategia percorribile nella convinzione che “un futuro sostenibile e giusto è anche una nostra responsabilità”. La Carta di Milano si inserisce, in questo senso, nell’apprezzabile esito complessivo che sta emergendo da Expo, il quale – se confermato – sarà anche un successo dell’Italia.