In Italia il 14,2% della popolazione non riesce ad avere un pasto adeguato perché non ha abbastanza soldi per comprare cibo.
In cinque anni, dal 2007 al 2013, la percentuale di famiglie che si trova in questa condizione è salita del 3,2% (dal 5,3% all’8,5%). In Europa si parla di oltre 53 milioni di persone. Nella classifica europea l’Italia si colloca all’ottavo posto. Il Paese dell’Ue che più si allontana dalla media comunitaria è la Bulgaria: presso tale contesto, più della metà dei cittadini appare in situazione di povertà alimentare (51,1%). Sono alcuni dei dati del monitoraggio sugli aiuti alimentari contenuto nel Rapporto di Caritas italiana sulla povertà alimentare presentato oggi, 17 ottobre, all’Expo. Nonostante i segnali di ripresa, i dati dei Centri di ascolto Caritas registrano che la povertà economica non è affatto sconfitta e che moltissimi italiani e stranieri ricorrono a mense e pacchi viveri perché in difficoltà di fronte a tante spese (affitto e mutuo, abiti, farmaci, bollette, libri scolastici). Sono stati infatti 6.273.314 i pasti distribuiti nel corso del 2014 da 353 mense Caritas in 157 diocesi italiane. I pacchi viveri sono stati distribuiti in 3.816 centri di 186 Caritas diocesane e 54 empori solidali, una forma innovativa di solidarietà che permette ai poveri di fare la spesa gratis come se fossero al supermercato. Sono attivi inoltre 82 progetti di agricoltura sociale.
Se gli stranieri sono il 58% delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto della Caritas, al Sud il rapporto è inverso: gli italiani sono il 68,3%. Si conferma inoltre il trend in crescita degli italiani (+4,1%), degli uomini (+2,8%), delle famiglie con un solo genitore (+10,2%) e delle coppie di fatto (+1,2%). È quanto emerge dal Rapporto di Caritas italiana sulla povertà alimentare presentato oggi, 17 ottobre, all’Expo. I dati sono stati raccolti in 1.197 centri di ascolto di 154 diocesi. Tra gli italiani si tratta in prevalenza di donne (52,2%), coniugati (48,6%), disoccupati (61,7%), con domicilio (78,4%) e con figli (70,4%). Nel 2014 il problema più lamentato è la povertà economica (54,6%), seguito dai problemi di lavoro (41,0%) e abitativi (18,2%). Le richieste più frequenti riguardano beni e servizi materiali (58,0%), l’erogazione di sussidi economici (27,5%), la ricerca di lavoro (17,4%). Il rapporto Caritas ha indagato anche vecchi e nuovi fenomeni di disagio abitativo acuiti dalla crisi, su un campione di utenti dei centri di ascolto Caritas e degli sportelli Sicet delle principali città. I dati confermano la drammaticità del fenomeno: il 53,6% degli utenti Caritas vive in abitazioni “strutturalmente danneggiate”; il 68,9% ha grandi difficoltà nel pagare l’affitto, la rata di mutuo o le spese condominiali di mantenimento dell’abitazione, il 15% è sotto sfratto/pignoramento giudiziario, e di questi il 40% vive con minorenni.
Aumentano i progetti e gli importi finanziati dall’otto per mille per contrastare la povertà in Italia: dai 118 progetti approvati nel 2012 si è passati a 290 progetti approvati nel 2014. È uno dei dati contenuti nel Rapporto di Caritas italiana sulla povertà alimentare presentato oggi, 17 ottobre, all’Expo. Nel corso del 2014 Caritas italiana ha accompagnato 147 Caritas diocesane nel percorso di presentazione, valutazione e approvazione di 290 progetti, pensati dalle Caritas diocesane in risposta alle povertà dei territori. Dal punto di vista delle risorse economiche, nell’anno 2014 sono stati finanziati da Caritas italiana/Cei quasi 23 milioni di euro, a cui va aggiunta una compartecipazione economica delle diocesi di poco superiore ai 7,5 milioni di euro, per un importo complessivo di oltre 30,5 milioni di euro. Caritas italiana critica, però, dal punto di vista delle risposte istituzionali, “il momento di forte confusione che invece caratterizza il sistema pubblico di risposta alla povertà”: “La prospettiva di un intervento pubblico, di taglio universalistico, strutturato e permanente di contrasto alla povertà non appare ancora all’orizzonte dei nostri giorni”.
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