DIOCESI – In risposta all’accorato appello di Papa Francesco “alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”, la Caritas, grazie al contributo della CEI, intende consolidare il suo sforzo verso un’accoglienza di coloro che fuggono dalla morte per fame e per guerra, per restituire loro la dignità e la fiducia nel cammino verso una speranza di vita.
Concretamente, la Caritas propone il progetto “Rifugiato a casa mia” che intende coinvolgere la comunità cristiana a tutti i livelli: famiglie, parrocchie, comunità religiose, monasteri e santuari, nell’accoglienza di migranti e di rifugiati; per accompagnare le diocesi e le parrocchie in questo cammino, si è pensato a una sorta di vademecum, che possa aiutare a individuare forme e modalità per ampliare la rete ecclesiale dell’accoglienza a favore delle persone richiedenti asilo e rifugiate che giungono nel nostro Paese, nel rispetto della legislazione presente e in collaborazione con le Istituzioni. Si tratta di un gesto concreto e gratuito, un servizio, segno di accoglienza che si affianca ai molti altri a favore dei poveri (disoccupati, famiglie in difficoltà, anziani soli, minori non accompagnati, diversamente abili, vittime di tratta, senza dimora…) presenti nelle nostre Chiese: un supplemento di umanità, anche per vincere la paura e i pregiudizi.
È importante ricordare che ogni anno giubilare è caratterizzato da gesti di liberazione e di carità. Nel Giubileo del 2000, Giovanni Paolo II invitò a opere di liberazione per le vittime di tratta e nacquero in loro favore molti servizi nelle diocesi e nelle comunità religiose. Così pure tutte le parrocchie italiane furono sollecitate a un gesto di carità e di condivisione per il condono del debito estero di due paesi poveri dell’Africa: la Guinea e lo Zambia. Nell’Anno Santo della misericordia, che è alle porte, alla luce di un fenomeno straordinario di migrazioni forzate che, via mare e via terra, sta attraversando il mondo e interessando i paesi europei, papa Francesco chiede alla Chiesa un gesto che testimoni la credibilità del suo annuncio del Vangelo vivendo in prima persona la misericordia.
Per tutte le informazioni leggere Vademecum Accoglienza ottobre 2015
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