Il vescovo di Hollywood, il vescovo di Bollywood e il cardinale più giovane di tutto il Collegio cardinalizio sono gli ospiti del briefing di ieri sui lavori del Sinodo. Ovvero l’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez; il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Bombay presidente della Conferenza episcopale indiana; il vescovo di Tonga, Soane Patita Mafi, intervenuti stamane in Sala Stampa vaticana per riferire ai giornalisti degli ultimi aggiornamenti dell’assise, ormai prossima alla conclusione.
Si è giunti infatti agli sgoccioli dell’assemblea dei vescovi: questa mattina l’apposita Commissione di dieci membri (tra cui Gracias), nominata dal Papa, ha lavorato “intensissimamente” alla stesura della Relatio Synodi, la relazione finale che riassume gli emendamenti all’Instrumentum laboris, circa 700/800, elaborati dai Circuli minores durante le tre settimane di lavoro. Gli esperti della Commissione li hanno valutati e selezionati, facendo una cernita tra quelli più rappresentativi da inserire nel testo finale, in modo da far emergere un messaggio coerente.
Ne è venuta fuori una bozza di circa 100 pagine che viene presentata questo pomeriggio, dopo una introduzione del segretario del Sinodo il card. Lorenzo Baldisseri e una breve esposizione del relatore generale il card. Peter Erdo, ai Padri riuniti in plenaria, i quali potranno leggerlo questa sera e discuterlo domattina. Eventuali modifiche richieste dovranno pervenire entro le 14 di domani, in forma scritta. Venerdì sera, gli esperti della Commissione rielaboreranno poi il testo in base agli ultimi emendamenti, mentre sabato mattina il documento in forma definitiva verrà presentato in Aula. Nel pomeriggio, quindi, la fatidica votazione paragrafo per paragrafo (è prevedibile anche un voto finale sul testo complessivo) e la decisione del Papa se pubblicarlo o meno.
Insomma un lavoro non da poco, svolto peraltro in un arco scarsissimo di tempo, tanto che – ha riferito il card. Gracias – la Commissione ha dovuto dividersi in tre gruppi e consegnare il lavoro a una squadra multi-lingue della Segreteria del Sinodo che ha redatto il testo, poi esaminato ed approvato “all’unanimità” dalla Commissione. Francesco ha apprezzato l’operato: “Il Papa è venuto a ringraziarci per il nostro lavoro”, ha raccontato il porporato, “ci ha fatto visita 5-7 minuti, non è rimasto per la discussione, ma ci ha parlato dell’importanza della famiglia e della relazione”.
Nel testo – ha poi spiegato l’arcivescovo di Bombay – si è cercato di presentare “tutte le domande” emerse nell’assemblea, senza però individuare “tutte le risposte”. Una su tutte quella attesissima sull’accesso ai sacramenti da parte di divorziati risposati: questione per cui “non c’è per ora una soluzione”, ha chiosato il porporato indiano, sottolineando – come già i suoi colleghi nei giorni scorsi – che comunque al Sinodo non era previsto alcun cambio di dottrina, essendo un Sinodo di natura principalmente pastorale.
E come gli altri Padri venuti nei precedenti briefing, anche Gracias ha ribadito che sarà comunque il Santo Padre a decidere cosa fare entrando in punti molto specifici e fornendo le linee guida sulle varie tematiche affrontate dall’assemblea. Il testo elaborato dalla Commissione, infatti, “non è indirizzato al mondo” ma rappresenta una “riflessione del Sinodo al Santo Padre”. In apertura, forse verrà inserito un preambolo che, su richiesta di alcuni Circoli minori, spieghi proprio questo “sentire”, ha spiegato il cardinale.
Il testo darà quindi direzioni generali, o meglio “direzioni pastorali accettabili da tutti”. E “spero che sarà accettato sabato”, ha scherzato il porporato, in riferimento alle discussioni ancora in atto in Aula, date da “opinioni differenti”. Su alcune questioni “siamo ancora in ricerca”, ha proseguito, anzi ci sono proposte – come ad esempio quella del Padri tedeschi di considerare la centralità del “foro interno” riguardo alla comunione ai divorziati risposati – che sono “soluzioni possibili”, ma che tuttavia vanno ancora “studiate e approfondite”.
“Detto francamente non abbiamo una soluzione su tutto – ha affermato Gracias – ma abbiamo parlato dei problemi da affrontare e da studiare, e sono sicuro che troveremo una via per andare avanti”, sempre animati dal desiderio di “aiutare le famiglie”. A tal proposito il cardinale ha richiamato il concetto di “sano decentramento” che – ha evidenziato – implica che i vescovi siano formati “a livello teologico, morale e canonico”, per comprendere i diversi approcci pastorali necessari per affrontare i problemi specifici di ogni Paese. Perché infatti la famiglia deve affrontare “nuove sfide”, ben diverse rispetto al 1981, anno in cui Giovanni Paolo II pubblicò la Familiaris consortio, documento che il Sinodo “citerà” ma non “ripeterà”.
“La dottrina rimane la stessa”, ha ribadito il prelato indiano, ma bisogna cercare “nuove vie per aiutare le famiglie in un nuovo clima sociologico, politico, economico, ideologico”. Il viaggio sinodale pertanto non finisce qua, ma continuerà – come ha affermato il card. Mafi – forte di un lavoro realizzato “con cuore aperto” per “far sentire il sostegno della Chiesa alla famiglia”. L’esperienza più bella del Sinodo – ha detto – “è che i Padri hanno espresso la loro gioia e a volte la loro rabbia, si sono sentiti tutti liberi, abbiamo discusso e ci siamo ascoltati. Questo credo che fosse l’intento del Santo Padre. Come in una famiglia, quando si parla, ci si confronta, tra padre, madre, figli, vengono fuori cose nuove, a dispetto delle differenze d’opinione”.
Nessun ‘attacco esterno’ ha dunque scalfito il corso del Sinodo. Neppure la notizia di una presunta malattia del Papa, diffusa ieri da un quotidiano italiano e smentita a più riprese da padre Lombardi. Come ha detto Gomez, rispondendo ai giornalisti: “Questa notizia, falsa, non ha avuto nessun effetto sul nostro operato, abbiamo continuato a lavorare in spirito di sinodalità”.