Tra le insidie nascoste in Internet, ma anche nella vita reale, sta assumendo dimensioni rilevanti un crimine poco conosciuto e troppo spesso sottovalutato: il furto e l’utilizzo illecito di dati personali e finanziari altrui per attuare frodi creditizie. In Italia, nel solo 2014, si sono registrati oltre 25.500 casi di questo tipo di frode con un impatto economico stimato in 171 milioni di euro. Lo rivela un’indagine di MisterCredit, osservatorio di Crif, la società che gestisce la banca dati dei finanziamenti ai cittadini privati. La pratica criminale consiste nel “rubare” identità altrui carpendo online attraverso “phishing” e “vishing” i dati personali e finanziari di altri o, più semplicemente, recuperandoli da documenti “sensibili” gettati nella spazzatura (“trashing”), e utilizzarli per ottenere credito o acquisire beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare il bene. Secondo l’Osservatorio Crif, si tratta di un fenomeno in progressiva crescita, favorito anche dalla scarsa consapevolezza dei cittadini che non attuano efficaci misure di protezione dei propri dati, né online, né offline.
Il 62,4% delle vittime è di sesso maschile, la fascia d’età più colpita (con il 25,1% del totale delle truffe, +16,9% rispetto alla rilevazione del 2013) è compresa tra i 41 e i 50 anni. A fare la parte del leone continua ad essere il prestito finalizzato (78,3% dei casi), ma si registra un vero e proprio boom per le frodi perpetrate sui leasing auto, mentre quelle sui prestiti personali – prodotto che prevede mediamente importi e durate più lunghe rispetto ad altre tipologie di finanziamento – hanno fatto segnare un +13% rispetto al 2013. In forte crescita le frodi perpetrate sui mutui, più che raddoppiate rispetto all’anno precedente. Secondo l’Osservatorio, “la ripartizione dei casi di frode rispetto alle diverse forme tecniche di credito al dettaglio è riconducibile fondamentalmente alla relativa facilità con la quale i frodatori riescono a concludere l’operazione di finanziamento eludendo i controlli messi in opera dagli enti eroganti”. Se negli ultimi anni molti istituti di credito si sono dotati di strumenti di prevenzione più efficaci, “altrettanto non si può dire dei dealer e dei punti vendita presso i quali è possibile attivare a distanza un finanziamento per l’acquisto a rate di un bene o un servizio, spesso penalizzando la prevenzione a vantaggio della vendita”.
Beni oggetto di frode. Nell’ambito dei prestiti finalizzati, quasi due terzi dei casi di frode rilevati nel 2014 ha avuto per oggetto l’acquisto di elettrodomestici e prodotti di elettronica, informatica e telefonia, in particolare tv di ultima generazione, smartphone e tablet. Una quota rilevante riguarda anche il comparto auto e moto (8,5% del totale) e quello dell’arredamento (6,6%). Circa l’entità dei crediti ottenuti fraudolentemente, emerge la predominanza dei cosiddetti “small ticket” per quanto l’importo medio continui ad aumentare: il 41,4% dei casi vede un importo inferiore ai 1.500 euro. Il 27,2%, invece, ha riguardato un importo superiore ai 10.000 euro mentre, rispetto al 2013, segna un +42,5% la classe con importo compreso tra i 10.000 e i 20.000 euro.
Tempi di scoperta. Anche per il 2014 la metà delle frodi viene scoperta entro i primi 12 mesi (51,2% del totale, sostanzialmente in linea con le precedenti rilevazioni), ma aumentano sensibilmente i casi scoperti dopo 2 o 3 anni. “Nell’ultimo anno – informa l’indagine – si è invece fortemente ridotta l’incidenza degli eventi fraudolenti scoperti dopo 4 o più anni, anche per effetto di una più tempestiva attribuzione di crediti non onorati non all’insolvenza del richiedente ma, appunto, ad una frode”.
Come proteggersi? “I nuovi trend del crimine informatico mostrano che i professionisti delle truffe online stanno diventando sempre più abili”, osserva Beatrice Rubini, direttore di MisterCredit. “È necessario che le persone siano sempre più attente a diffondere i propri dati su Internet e sui social network, e che si avvalgano di adeguati strumenti di protezione della propria identità digitale”. Queste le indicazioni: proteggere pc, smartphone e tablet con password (a prova di violazione e da cambiare spesso) e antivirus; aggiornare sistematicamente programmi e sistemi operativi; eliminare dati personali prima di rivendere o buttare i propri dispositivi. Ma attenzione anche alla vita offline: prima di cestinare documentazione cartacea contenente informazioni sensibili è bene distruggerla o renderla illeggibile.