Quando si insediarono i misteriosi monaci di San Martino in zona, probabilmente precedentemente al monachesimo benedettino, visto che recenti studi non ne hanno trovato tracce storiche – essi iniziarono l’opera evangelizzatrice a Grottammare proprio partendo dalla chiesa di San Martino, che secondo alcuni storici, aveva il titolo di San Giovanni il Battista.
Non a caso negli scavi di inzio ‘900 venne ritrovato il fonte battesimale ad immersione, che ancora si vede, pur notevolmente rialzato per motivi igienici, al centro della chiesa. Tale primitivo titolo a San Giovanni con l’incastellamento “passò” al paese alto, dove attualmente persiste nella chiesa di San Giovanni.
Fu a quel punto che alla nostra chiesina campestre verra’ attribuito il titolo di matrice longobarda di San Martino. Una continuita’, dunque, religiosa e cultuale, pur nelle dovute differenze. Per questo ogni tradizione grottammarese parte dalla chiesina di San Martino, dalla Sacra Giubilare, alle varie processioni dei Santi, che non fanno altro che narrare un trasporto da essa al paese alto e viceversa, quasi a voler raccontare in modo visuale la storia, tramandata da generazioni di popolo. Il primo nucleo da San Martino, il secondo nucleo abitato dal paese Alto, infine il terzo, il piu’ recente, dalla Marina. Una storia non scritta, ma figurata e orante, in cammino, in pellegrinaggio, come nella vita, sia di ieri, che di oggi. Cosi’ la fiera di San Martino ricorda ancora una volta le origini, l’inverno, l’oscurita’ e –perche’ no? La speranza della rinascita dopo il buio e la morte, rappresentati iconograficamente, dall’inverno.
Presto vi informeremo su tutti i dettagli dell’edizione 2015.