Il paradosso di questa vicenda al limite del grottesco e dell’irresponsabilità civile e politica sta proprio in questo: nella possibilità che già da oggi qualcuno voglia fare di meglio del nostro rappresentante a Strasburgo, dove si è reso famoso soprattutto per alcune sue discutibili performance in aula. Perché non girare armati a favore di telecamere nelle aule di un Consiglio comunale? Perché non imbracciare la lupara, sempre con le telecamere puntate, durante il talk show politico sotto lo sguardo di milioni di telespettatori? Perché non entrare in un’aula di Tribunale armati di tutto punto e uccidere magistrati e avvocati? No, questo è già accaduto a Milano, ma non c’erano le telecamere a registrarlo.
Ecco, al di là dell’assurdità del singolo gesto, c’è un limite che non può e non deve essere superato perché gli italiani hanno una memoria labile. C’è stato un tempo in cui in Italia le armi circolavano in abbondanza fra i civili. Era il tempo della Resistenza a cui seguì, però, la lunga stagione della guerra civile italiana, con feroci regolamenti di conti e assassini in quantità. Molti, peraltro, rimasti impuniti. Buonanno se ne faccia una ragione: non vogliamo tornare al Far West né alla guerra civile. Ci teniamo stretta la nostra democrazia imperfetta. Che consente anche a tipi come lui di essere eletti al Parlamento europeo. Ma non risulta che dagli elettori abbia avuto il mandato di dare di matto.