PassionisteDi SIlvio Giampieri

RIPATRANSONE – In un precedente articolo abbiamo raccontato del momento di festa vissuto dalle monache Passioniste di Ripatransone domenica 18 Ottobre col Vescovo Carlo, in preparazione alla festa di San Paolo della Croce.

Purtroppo dopo questa occasione gioiosa, la cronaca del monastero riporta una pagina meno felice.

All’indomani, proprio mentre le suore si radunavano nel coro per prendere parte all’Eucarestia nel giorno della memoria liturgica del loro santo fondatore, c’è stato un tentativo di furto ai danni del convento.

Le monache più anziane in verità avevano avuto sentore di qualche rumore sospetto, che tuttavia avevano imputato ad un affaccendarsi delle consorelle più giovani, per qualche particolare preparativo che stavano organizzando per la festa di San Paolo della Croce.

Lo sgomento poi al rientro nelle loro cellette, violate dalla curiosità e dalla fretta di qualche ladro che ha aperto e forzato le porte di alcune stanze, tra cui certe appartenute a suore di venerata memoria.

Fortunatamente non ci sono stati grossi danni, né è stato portato via alcunché, ma d’altronde non poteva essere altrimenti, visto che le monache vivono in condizione di estrema povertà, malgrado l’edificio sia così imponente.

Soltanto qualche anno fa sono stati effettuati dei lavori di ammodernamento strutturale ed il rinnovo delle modeste suppellettili delle stanze, quindi non c’è proprio nulla di commerciabile, né di antico da portare via per farne un guadagno.

Appena scoperto il fatto, sono stati allertati subito i Carabinieri della locale Stazione di Ripatransone, che sono sopraggiunti con estrema prontezza per fare un sopralluogo a tutto il vasto complesso del monastero.

Le monache sono grate al Signore per lo scampato pericolo e non aver perso nemmeno qualche piccolo oggetto loro caro affettivamente.

Del resto ricordano di aver scampato pericoli ben più grandi. Durante l’ultimo conflitto mondiale infatti una mina doveva esplodere nei pressi dell’edificio, quale punto di accesso strategico per la città, ma il caso volle che poi la comunità fu salva da tale disastro, anche grazie alle preghiere incessanti di Madre Gemma, allora Presidente del monastero.

L’augurio da parte nostra è di non dover più scrivere fatti di questo tipo circa la comunità monastica passionista ripana, trattata con generosità ed affetto da tanti fedeli del circondario.

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