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Consulta diocesana: grandi progetti in cantiere

DIOCESI – Grandi progetti e numerosi argomenti di riflessione giungono dall’ultima seduta della la Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali coordinata dal Presidente Mascia Moretti, con la presenza del Vicario Generale Mons. Romualdo Scarponi, del Delegato per la Pastorale don Gianni Croci e di tutti i rappresentanti delle realtà diocesane.

Dopo il momento di preghiera iniziale, don Gianni Croci concentra l’attenzione su un aspetto del brano tratto dalla lettera ai Romani, sul principio della solidarietà di tutti gli uomini, duplice solidarietà nel male e nel bene: “Come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… La grazia di Dio e il dono concesso in grazia di un solo uomo, Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti gli uomini”. E’ un principio che abbiamo difficoltà ad ammettere, soprattutto nell’aspetto negativo. Sembra ingiusto e siamo continuamente tentati di sottrarci a questa solidarietà. Eppure, se non accettiamo questa solidarietà nel peccato e nella condanna, non riceveremo “l’abbondanza della grazia”. La coscienza di questa solidarietà dà senso a questo incontro, all’accoglienza del dono della comunione e all’impegno comune nella società.

Papa Francesco nel discorso per la commemorazione del 50° anniversario dell’istituzione del sinodo dei vescovi sabato, 17 ottobre 2015 ha detto: “Il mondo in cui viviamo, e che siamo chiamati ad amare e servire anche nelle sue contraddizioni, esige dalla Chiesa il potenziamento delle sinergie in tutti gli ambiti della sua missione. Proprio il cammino della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola “Sinodo”. Camminare insieme – Laici, Pastori, Vescovo di Roma – è un concetto facile da esprimere a parole, ma non così facile da mettere in pratica. La sinodalità, come dimensione costitutiva della Chiesa, ci offre la cornice interpretativa più adeguata per comprendere lo stesso ministero gerarchico. Se capiamo che, come dice San Giovanni Crisostomo, «Chiesa e Sinodo sono sinonimi» – perché la Chiesa non è altro che il “camminare insieme” del Gregge di Dio sui sentieri della storia incontro a Cristo Signore – capiamo pure che al suo interno nessuno può essere “elevato” al di sopra degli altri. Al contrario, nella Chiesa è necessario che qualcuno “si abbassi” per mettersi al servizio dei fratelli lungo il cammino.

Parafrasando le parole pronunciate dal Vescovo all’inizio dell’anno pastorale: Papa Francesco parla con frequenza della necessità di una ‘conversione pastorale’ e non solo di una ‘conversione personale’. Dobbiamo tenere strettamente unite queste due conversioni, altrimenti rischiamo di intendere, di fatto, la conversione personale come una chiusura su noi stessi, di vivere una fede intimistica secondo i nostri progetti personali o di gruppo, dimenticando che si è Chiesa solo se si fa comunità, che si sente mandata da Gesù in missione nel mondo e vive con entusiasmo, sia pure con tutte le fatiche del caso, questa missione.

La Chiesa non è costituita da singole persone o gruppi cultori dell’insegnamento del Vangelo, è una realtà concreta, formata da persone che sono comunicanti tra loro e che, tutte insieme, comunicano e vivono del mistero di Cristo che si rende presente nella parrocchia e nella Chiesa diocesana…Non si può raggiungere Cristo da soli, né direttamente: la comunione con Lui è possibile solo attraverso la comunione vissuta con la comunità ecclesiale. Per questo non possiamo pensare a gruppi o parrocchie autoreferenziali, chiusi su se stessi, incapaci di collaborazione con altri gruppi o parrocchie e con la Chiesa diocesana, incapaci di una pastorale integrata nel cammino parrocchiale o diocesano”. Riprendiamo questo nuovo anno pastorale, grati a Dio che con l’unico Spirito ha suscitato nella nostra Chiesa una varietà di carismi e con il desiderio di mettere in comune i doni e le esperienze per l’edificazione dell’unica Chiesa di Cristo. Nel rispetto del cammino di ognuno è importante tener conto delle indicazioni pastorali che il Vescovo ha dato alla tutta la Diocesi. In particolare tre sono le indicazioni: 1. vivere l’anno giubilare della misericordia ; 2. vivere la partecipazione e la corresponsabilità dentro le realtà diocesane e parrocchiali; 3. Vivere l’impegno politico.

Emerge la necessità e la consapevolezza di coinvolgere sempre più i laici, non solo per i ministeri liturgici, ma anche nella corresponsabilità che è loro propria per la vita della Chiesa, oltre che per la loro presenza da cristiani nelle proprie famiglie e nelle istituzioni sociali e civili . Nasce l’idea, in virtù della situazione in cui viviamo, di pensare ad una relazione nuova tra politica e religione in quanto dalla società viene una richiesta, più o meno cosciente, di offrire ciò che un mondo funzionalizzato non sa più offrire come il bisogno di dare un senso, la promozione della vita, il rispetto della dignità di ogni persona, anche di chi è scartato, e non ultima quella tenerezza ed umanità che papa Francesco testimonia. L’imminenza delle elezioni Amministrative nella nostra città potrebbe essere per i laici della nostra Chiesa motivo di riflessione, di formazione e di proposta. Verrà istituita una “task force” di giovani provenienti da tutte le realtà diocesane, che avrà l’importante compito di redigere un documento dei laici della diocesi che avrà come base gli appunti preparati dall’ufficio della Pastorale Sociale e del lavoro.

Marco Sprecacè: