SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Con riferimento agli articoli di stampa apparsi in questi giorni circa l’esito del ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale delle Marche contro l’ordinanza del giugno scorso in materia di disciplina degli orari di apertura delle sale giochi, l’Amministrazione comunale ribadisce che il Giudice amministrativo ha dichiarato improcedibile il ricorso per carenza di interesse.
Infatti il provvedimento di giugno è stato superato dall’ordinanza del 4 agosto 2015 che, recependo le proposte degli operatori commerciali interessati, ha disposto una modifica dei precedenti orari ma, è importante sottolinearlo, ribadendo le motivazioni che hanno portato al provvedimento.
Va ricordato che il potere del Sindaco di disciplinare con ordinanza l’orario di apertura di questa tipologia di esercizi discende direttamente dalla legge e dal regolamento comunale che la recepisce. In questo, la legge riconosce una specificità di queste attività rispetto alle altre, proprio in virtù della particolare natura dei servizi offerti e che possono risultare in correlazione con patologie purtroppo sempre più diffuse, anche tra i giovani.
L’ordinanza sindacale, infatti, si basa su studi nazionali che attestano la preoccupante diffusione delle ludopatie nelle fasce giovanili e su uno studio specifico, elaborato dall’Ambito Sociale Territoriale n. 21, condotto tra circa 400 studenti di età compresa tra 14 e 23 anni frequentanti le scuole superiori di San Benedetto del Tronto, Grottammare e Ripatransone. Da tale studio emerge, ad esempio, che ben il 25,3% del campione ha giocato con slot machine e video poker.
L’ordinanza in sostanza impedisce l’apertura di sale giochi, scommesse, VLT e Bingo prima delle ore 13 con l’evidente obiettivo di impedire che i giovani possano accedervi in un orario in cui dovrebbero essere a scuola. Peraltro, rispetto al primo provvedimento che fissava la chiusura alle 23, con l’ordinanza di agosto l’orario di chiusura è stato spostato all’una del mattino.
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