Di Sara De Simplicio
SANT’EGIDIO ALLA VIBRATA – A Faraone, piccola frazione di Sant’Egidio alla Vibrata, sorge un’alta e imponente chiesa, quella dedicata a San Vito Martire e appartenente alla parrocchia di Santa Maria della Misericordia, nome invece della chiesa (ormai cadente) situata nell’altra parte del borgo, quello antico e inabitato da ormai più di cinquant’anni.
E, proprio in seguito all’abbandono di Faraone Vecchio, nei pressi della chiesetta paleocristiana di San Vito gli abitanti fondarono poi Faraone Nuovo e la nuova chiesa, quella appunto ubicata nel nucleo dell’odierno centro abitato, che proprio lo scorso sabato, 7 novembre, ha “festeggiato” i cinquant’anni dalla sua costruzione, avvenuta secondo il progetto dell’architetto romano Dante Tassotti. Infatti, se la posa della sua prima pietra avvenne il 21 agosto 1950 e la sua inaugurazione il 30 marzo del 1958, la sua consacrazione ebbe luogo proprio il 7 novembre del 1965 alla presenza del Mons. Vincenzo Radicioni (vescovo dal 1951 al 1983) e del parroco di allora, Don Giovanni Reali (1913 – 1973).
La chiesa, dalla possente struttura, presenta all’interno un’unica grande navata e all’esterno un porticato che ne incornicia l’ingresso e si affaccia, dominandola, sull’ampia piazza di San Felice: qui, in occasione del 50° anniversario, sabato 7 novembre si è svolta una castagnata in grande stile, con vino novello, castagne e bruschette offerte a tutti i presenti al termine della Santa Messa delle 18:30. A celebrarla, davanti al parroco di Faraone Don Elvezio Di Matteo e ad una numerosa folla di fedeli, c’era il nuovo parroco di Sant’Egidio alla Vibrata, Don Luigino Scarponi il quale, durante l’omelia, ha ricordato come la “chiesa” intesa come edificio di culto sia innanzitutto il luogo di incontro e di crescita per una comunità che è, però, essa stessa “chiesa”, “pietra viva”, intesa cioè come un insieme di uomini e donne in cammino verso Cristo, tutti indistintamente indispensabili per il compimento del progetto divino.
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