DIOCESI – Un ragazzino col suo papà. Deve ancora iniziare la scuola. Senza casa, senza libri, senza tante altre cose. Un prete che passa alla Caritas e la sua pronta disponibilità ad accoglierli momentaneamente in parrocchia, un insegnante che si preoccupa di procurare i libri, il personale di segreteria di una scuola che dona uno zaino. Una considerazione si fa spazio: per vivere il giubileo straordinario non basterà aprire la porta della Misericordia, sarà necessario aprire anche le porte delle nostre parrocchie, delle nostre case, dei nostri istituti religiosi e soprattutto del nostro cuore.
Ha detto papa Francesco al Convegno ecclesiale di Firenze: “Mi piace una Chiesa italiana inquieta, sempre più vicina agli abbandonati, ai dimenticati, agli imperfetti. Desidero una Chiesa lieta col volto di mamma, che comprende, accompagna, accarezza. Sognate anche voi questa Chiesa, credete in essa, innovate con libertà. L’umanesimo cristiano che siete chiamati a vivere afferma radicalmente la dignità di ogni persona come Figlio di Dio, stabilisce tra ogni essere umano una fondamentale fraternità, insegna a comprendere il lavoro, ad abitare il creato come casa comune, fornisce ragioni per l’allegria e l’umorismo, anche nel mezzo di una vita molto dura”.
Sono indicazioni che chiedono di essere concretizzate, attraverso un esercizio di sinodalità e un impegno di tutta la comunità a vivere le opere di misericordia, come chiede proprio l’anno giubilare che sta per iniziare. E’ importante allora incontrarsi per programmare insieme a tutti i volontari l’avvento di carità. Invitiamo tutti i volontari delle parrocchie all’incontro che si terrà presso la Caritas diocesana a S. Benedetto, in via Madonna della Pietà, lunedì 23 novembre alle ore 21.00.
Prenderemo in considerazione il progetto “Rifugiato a casa mia” e organizzeremo una raccolta per le mense della diocesi che, purtroppo vedono aumentare i propri ospiti, segno di una crisi che non ancora è risolta. Il nostro sogno è di offrire anche il dolce o il caffè, perché la pasta e la carne sfamano lo stomaco, ma le piccole cose che sembrano non necessarie “sfamano il cuore”, perché fanno sentire che c’è qualcuno che ti vuole bene. Vogliamo, infatti, offrire non solo un aiuto, ma il riconoscimento pieno della dignità di persona.
Ci confronteremo anche sul ruolo delle Caritas parrocchiali e cercheremo di individuare possibili ‘segni giubilari’ che possono aiutare le vicarie e le zone pastorali ad avviare collaborazioni a livello caritativo. Può essere utile prepararsi studiando il progetto della Caritas italiana “rifugiato a casa mia” che si può trovare sul sito della diocesi www.diocesisbt.it
Scrive S. Agostino: “Ma se vuoi incontrare il giudice misericordioso, sii anche tu misericordioso prima che egli giunga. Perdona se qualcuno ti ha offeso, elargisci il superfluo. E da chi proviene quello che doni, se non da lui? Se tu dessi del tuo sarebbe un’elemosina, ma poiché dai del suo, non è che una restituzione! «Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto?» (1 Cor 4, 7). Queste sono le offerte più gradite a Dio: la misericordia, l’umiltà, la confessione, la pace, la carità. Sono queste le cose che dobbiamo portare con noi e allora attenderemo con sicurezza la venuta del giudice il quale «Giudicherà il mondo con giustizia e con verità tutte le genti» (Sal 95, 13)” (Sal 95, 14. 15; CCL 39, 1351-1353). A presto,