ACQUAVIVA PICENA – Ha avuto luogo ad Acquaviva Picena la X edizione della Giornata della Storia, il convegno si è tenuto nella restaurata Sala del Palio, nel centro storico di Acquaviva a pochi passi dalla maestosa Fortezza Medievale.
I relatori, di grande spessore culturale, la dott.ssa Franca Tacconi, della Fondazione Federico II-Hohestaufen Jesi, il prof. Francesco Pirani, ricercatore di storia medievale presso l’Università di Macerata e l’ing. Maurizio Medori dell’Ufficio Tecnico del Comune di Acquaviva Picena, hanno illustrato la condizione delle strade medievali e descritto il viaggiatore tipo dell’epoca. Ad aprire il convegno è stato il cav. Nello Gaetani , che ha poi passato la parola al sindaco Rosetti, gentilmente intervenuto. Il prof. Pirani ha subito fatto notare che le motivazioni che spingevano le persone, soprattutto uomini, a intraprendere un viaggio erano sicuramente importanti, in quanto le condizioni stradali erano precarie, per non considerare che i tempi di percorrenza erano molto lunghi, per via dei mezzi di trasporto del tempo. Viaggi non privi di pericoli:briganti, lupi e orsi per citarne alcuni. All’inizio del Medioevo gli alloggi che si potevano trovare sulla strada erano rappresentati da case private, che a seconda della disponibilità concedevano alloggio, ma non vitto, perché, ha sottolineato il prof. Pirani, il mettersi a tavola insieme rappresentava porre sullo stesso piano i commensali. Alcuni grandi Signori dell’epoca, per fare un esempio: i locali Acquaviva o Brunforte, potevano pretendere ospitalità dai loro feudatari se si trovavano a passare sui loro territori. Questa usanza è stata poi abolita dalla Chiesa dell’epoca, con una modifica del diritto canonico. Erano presenti anche “ospedali” , strutture polivalenti per dare ristoro ai viaggiatori. Con il passare del tempo e in vista delle molteplici necessità di chi si metteva in viaggio, sono nate le prime locande dotate di deposito merci, se a fermarsi era un mercante all’epoca in cerca di nuovi mercati. Avevano anche zone di sosta per i cavalli o animali da traino, queste strutture a pagamento fecero nascere la professione degli operatori dei servizi. Le locande o taverne, quest’ultime poco raccomandabili per via del gioco d’azzardo, necessitavano di insegne. Ricorda il prof. Pirani, che le prime insegne, con il nome del locale, erano in ferro, alcune ancora visibili in luoghi di interesse culturale. Il manto stradale era precario perlopiù formato da semplice terra compatta. Altra forma di viaggio molto nota all’epoca era il pellegrinaggio.
E’ stato descritto il comportamento del pellegrino tipico, il suo abbigliamento e i bagagli che egli portava con sé. Al termine dell’intervento del ricercatore Pirani, a prendere la parola è stato l’ing.Medori che ha illustrato la situazione delle strade al tempo dell’Antica Roma e durante il Medioevo. Ai presenti ha reso noto che quando una strada per motivi diversi non veniva più utilizzata, non aveva più motivo di esistere. Quindi, per quanto riguarda i territori, all’epoca c’era un continuo cambiamento a livello di mappa conoscitiva. Con il passare del tempo e a causa dei continui attacchi di Barbari e Normanni i popoli si arroccarono sempre di più nelle Fortezze e vennero costruite le Torri fortificate sui ponti fluviali, questo comportò il pagamento della gabella a chiunque volesse passare su quella strada, per cui molti in situazioni di povertà preferivano usufruire di percorsi alternativi. Le strade a fondo valle cominciarono a scomparire, rimanevano solo quelle principali, con maggior vantaggio delle popolazioni feudali. L’ing. Medori ha poi supposto, visto le condizioni stradali dell’epoca, che quando il Duca Rinaldo fu investito come feudatario laico da Enrico VI di Svevia, per raggiungere il Castello dovette aprirsi una strada tra i boschi. L’ing. Medori ha proseguito andando a esaminare la costruzione dei ponti del periodo medievale, soffermandosi anche sulle loro necessarie modifiche strutturali, come ad esempio la modifica di una struttura ad arco a tutto sesto ad una ogivale, a causa del cedimento delle pile.
All’inizio erano semplici tronchi posti da una sponda all’altra di un fiume fino a diventare grandi lavori di ingegneria. Alcuni tra i più famosi ponti sono da ricordare: il ponte di Avignone e il Ponte Vecchio di Firenze. La manutenzione delle strade, caduto l’impero romano, era sostenuto dalla Chiesa, che attraverso le donazioni della ” Pieve”(antenata dell’attuale chiesa parrocchiale) e la chiesa” suffraganea”(quella che riscuoteva denaro per la remissione dei peccati delle anime del purgatorio), si occupava delle necessità della collettività. Infine la parola è passata alla dott.ssa Tacconi che ha spiegato l’importanza delle prime mappe territoriali in modo da facilitare il viaggio e migliorare i tempi di percorrenza. La dott.ssa ha fatto presente che la possibilità di incappare in agguati durante il viaggio era più pericoloso di una zona di guerra, dovuto alla mancanza di preparazione, anche a livello di abbigliamento del viaggiatore. La prima grande mappa, simile alle odierne carte geografiche è la Tavola Peutingeriana, composta da 12 fogli illustrati.
A questo interessantissimo convegno hanno partecipato, accettando gentilmente l’invito: il sindaco di Acquaviva Rosetti, il vicesindaco Balletta e tutta l’amm.ne comunale, il consigliere provinciale Celani, il presidente dell’associazione Terraviva Gaetani, il Maresciallo Comandante di Compagnia della stazione di Acquaviva Petruzzi, il Presidente del Palio del Barone di Tortoreto Guercioni, il presidente dell’associazione Palio del Duca cav. Gaetani e tutti i responsabili. Inoltre è intervenuto anche il sindaco di Monteprandone Stracci, che ha parlato di San Giacomo della Marca, ricordando che anche egli era un grande viaggiatore e affrontò molti pericoli per portare agli altri popoli la fede cristiana. Ha poi invitato tutti a partecipare ai festeggiamenti imminenti e sottolineato che la madre del santo era un’acquavivana.