MONTEPRANDONE – La festa del patrono a Monteprandone cade ogni anno il 28 novembre, giorno della morte di San Giacomo della Marca, un sacerdote francescano vissuto a cavallo tra il XIV e XV secolo che in veste di predicatore tanto fece per le questioni diplomatiche e politiche della zona marchigiana.
Il paese che lo vide nascere, perciò, si prepara a festeggiarlo nel migliore dei modi, con tante iniziative religiose ed una novena di preghiera che inizierà oggi, giovedì 19 novembre proprio nel Santuario ad esso dedicato con una Santa Messa delle ore 18.30 presieduta da Mons. Gervasio Gestori e la peregrinatio del busto del Santo nella Parrocchia di S. Giacomo (fosso dei Galli);
Alle ore 21,15, invece, presso la sala del chiostro del Convento di San Giacomo della Marca, adiacente al locale Museo appartenente alla rete ‘Musei Sistini del Piceno’, sarà presentato il restauro di una delle tonache del San Giacomo della Marca. In realtà tutto il manufatto risulta molto compromesso e ciò che rimane è solo una parte dell’intera tonaca che doveva essere molto più ampia.
Dal Museo diocesano informano che “Lo sviluppo e l’ampiezza del manufatto era poco leggibile quando Padre Lorenzo Turchi ci ha sottoposto il tessuto che era all’interno di una teca reliquiario e quindi tutto mal messo e compresso. Il padre guardiano ha espresso subito la volontà di un restauro e il Museo Sistino ha iniziato ad espletare tutte le burocrazie con la Soprintendenza di Urbino insieme ad una ricerca fondi messa poi a disposizione dal Convento stesso. Il restauro è stato affidato a Raffaella Chiucconi, specializzata nel restauro tessile, sia per il restauro sia per una nuova sistemazione dato che era intenzione restituirla al culto e alla devozione popolare; la tonaca pertanto, è stata aperta e si è potuto vedere il suo stato di conservazione oltre alle sue dimensioni reali.
Una importante testimonianza è data dai cosiddetti “tagli della fede”, prodotti dalla devozione popolare, ossia la pratica molto in uso per abiti che sono stati indossati da Santi, di tagliarne un frammento e quindi di farne una preziosa reliquia. Pur rappresentando una testimonianza di fede molto significativa, questi tagli hanno mutilato pesantemente il prezioso manufatto e quindi, per poterlo ancora leggere, è stato necessario costruire una struttura che simulasse le dimensioni del busto, con le due maniche aperte. Essa è stata realizzata con materiali inerti e la tonaca vi è stata cucita sopra. In questo modo, il tessuto rimasto, che si configura come un’autentica reliquia, è ben visibile e così esposto può essere ben restituito al culto”.
Vi anticipiamo il programma fino a sabato 21 novembre.