“C’è un fermento sotterraneo in questa terra”. Lo ha detto don Luigi Ciotti, presidente di Libera, intervenuto a Rende (Cs) all’Università della Calabria per la presentazione del libro “L’alfabeto del futuro”, del sacerdote don Ennio Stamile. Don Ciotti, che ha raccontato il proprio incontro con Lea Garofalo, la donna calabrese uccisa dalla ‘ndrangheta, ha sottolineato “la passione di tanti uomini e donne calabresi che hanno voglia di un cambiamento”. “Le mafie tolgono la vita, ma sono diverse le donne che si stanno ribellando, che chiedono aiuto – ha proseguito – sono quelle donne che vivono sotto la cappa della mafia ma la cui dignità, il cui desiderio di riscatto, è più forte delle ritorsioni”. Durante il suo intervento, il fondatore di Libera ha avanzato alcune proposte fra cui “la richiesta alla politica del riconoscimento di cambiamento anagrafico” per tutti quei giovani e quelle persone costrette “a vivere nascoste, protette”. Evidenziando che “la lotta alle mafie vuol dire lavoro e scuola, conoscenza, studio”, e a proposito della fuga dei cervelli, don Ciotti ha detto che c’è necessità “che la politica prenda coscienza che bisogna fare in modo che migliaia di giovani che hanno studiato, sono preparati, stanno acquisendo delle potenzialità, possano tornare a casa loro”.
0 commenti