Commentando la pagina evangelica odierna dell’obolo della povera vedova, Papa Francesco nella Messa a Santa Marta ha osservato: “Le vedove del Vangelo ci dicono un bel messaggio di Gesù sulla Chiesa”. Di qui, riferisce Radio vaticana, il ricordo della vedova di Nain con la bara del figlio: “piangeva, sola. Sì la gente tanto carina la accompagnava, ma il suo cuore era solo! La Chiesa vedova che piange quando i suoi figli muoiono alla vita di Gesù. C’è quell’altra che, per difendere i suoi figli, va dal giudice iniquo: gli fa la vita impossibile, bussandogli alla porta tutti i giorni, dicendo ‘fammi giustizia!’. Alla fine fa giustizia. È la Chiesa vedova che prega, intercede per i suoi figli. Ma il cuore della Chiesa è sempre col suo Sposo, con Gesù. È lassù. Anche la nostra anima – secondo i padri del deserto – assomiglia tanto alla Chiesa. E quando la nostra anima, la nostra vita, è più vicina a Gesù si allontana da tante cose mondane, cose che non servono, che non aiutano e che allontanano da Gesù. Così è la nostra Chiesa che cerca il suo Sposo, aspetta il suo Sposo, aspetta quell’incontro, che piange per i suoi figli, lotta per i suoi figli, dà tutto quello che ha perché il suo interesse è soltanto il suo Sposo”. La “vedovanza’ della Chiesa”, per il Papa si riferisce al fatto che la Chiesa sta aspettando Gesù: “può essere una Chiesa fedele a questa attesa, attendendo con fiducia il ritorno del marito o una Chiesa non fedele a questa ‘vedovanza’, ricercando sicurezza in altre realtà… la Chiesa tiepida, la Chiesa mediocre, la Chiesa mondana”. Infine un interrogativo: “Le nostre anime cercano sicurezza soltanto nel Signore o cercano altre sicurezze che non piacciano al Signore?”.