“La divisione dei cristiani è uno scandalo” che diventa ancora più grave “davanti a tanto odio e tanta violenza che lacerano l’umanità, davanti a tante contraddizioni che si innalzano di fronte al Vangelo di Cristo”. Lo ha detto Papa Francesco incontrando oggi pomeriggio circa 400 rappresentanti delle Comunità evangeliche della Repubblica Centrafricana, presso la Facoltà Teologica Evangelica di Bangui (FATEB).
Ad attendere il Pontefice lì, insieme ai pastori, c’erano il decano della Facoltà e i tre membri della “Piattaforma interreligiosa” che ha sostenuto il processo di pacificazione nazionale: l’arcivescovo di Bangui, mons. Dieudonné Nzapalainga, C.S.Sp, il presidente della Alliance des Églises Évangéliques Centrafricaines (AEC), Nicolas Guerekoyame Gbangou, e il presidente del Consiglio islamico centrafricano, Imam Oumar Kobine Layama.
“Siamo tutti al servizio del medesimo Signore risorto”, ha esordito Francesco, ricordando che “da troppo tempo il vostro popolo è segnato dalle prove e dalla violenza che causano tante sofferenze”. Tutto ciò rende l’annuncio evangelico ancora più necessario e urgente, ha affermato, perché “è la carne di Cristo stesso che soffre nelle sue membra predilette: i poveri del suo popolo, i malati, gli anziani e gli abbandonati, i bambini che non hanno più i genitori o che sono lasciati a sé stessi, senza guida e senza educazione”. “Sono anche – ha aggiunto il Pontefice – tutti coloro che la violenza e l’odio hanno ferito nell’anima o nel corpo; coloro che la guerra ha privato di tutto, del lavoro, della casa, delle persone care”.
Il Papa ha quindi menzionato l’”ecumenismo del sangue”, spiegando che “Dio non fa differenze tra coloro che soffrono”: “Tutte le nostre comunità soffrono indistintamente per l’ingiustizia e l’odio cieco che il demonio scatena”. A tal proposito, ha espresso la propria vicinanza nei confronti del pastore Nicolas, la cui casa è stata saccheggiata e incendiata, come è accaduto pure alla sede della sua comunità.
In questo contesto difficile – ha sottolineato il Santo Padre – “il Signore non cessa di inviarci a manifestare a tutti la sua tenerezza, la sua compassione e la sua misericordia. Tale comune sofferenza e tale comune missione sono un’occasione provvidenziale per farci progredire insieme sulla via dell’unità; e ne sono anche un mezzo spirituale indispensabile. Come il Padre rifiuterebbe la grazia dell’unità, benché ancora imperfetta, ai suoi figli che soffrono insieme e che, in diverse circostanze, si dedicano insieme al servizio dei fratelli?”.
Ribadendo quindi che “la divisione tra cristiani è uno scandalo” perché “è anzitutto contraria alla volontà del Signore”, ed esprimendo al contempo l’apprezzamento per “lo spirito di mutuo rispetto e di collaborazione che esiste tra i cristiani” del Centrafica, il Papa ha quindi incoraggiato a proseguire nel “servizio comune della carità” che – ha detto – “è una testimonianza resa a Cristo, che costruisce l’unità”.
Di qui l’auspicio perché “possiate, sempre più e con coraggio, aggiungere alla perseveranza e alla carità, il servizio preghiera e della riflessione in comune, nella ricerca di una migliore conoscenza reciproca, di una maggiore fiducia e di una maggiore amicizia, in vista della piena comunione di cui conserviamo la ferma speranza”.
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