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Cardinale Kasper: “senza la misericordia la base della giustizia sociale si perde”

“La misericordia è un concetto fondamentale del Vangelo e chiave della vita di ogni cristiano e della società. È possibile addirittura riassumere tutto il Vangelo sotto il tema della misericordia”. Il cardinale Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per il dialogo ecumenico, si è così espresso durante il convegno organizzato dall’Ucsi ieri a Roma, nella sede della Lumsa, dal titolo “La Misericordia nelle grandi religioni e nella cultura laica”. “Nel dialogo interreligioso”, ha aggiunto, “riconosciamo” la misericordia “come una base, come approccio per il bene comune condiviso anche dai non cristiani. In quasi tutte le culture e le religioni conosciute dell’umanità si trova questa cosiddetta regola d’oro: ciò che non vuoi sia fatto a te non farlo all’altro.
Questa regola, eredità di tutta l’umanità, permette di mettersi dalla parte dell’altro e mostra una concezione dell’uomo non individualista ma che si apre all’altro”. Per Kasper “nel sermone della montagna Gesù cita la regola d’oro, come riassunto della legge dei profeti. In questo senso generale avere misericordia significa avere un cuore e un comportamento attivo, come avere le mani aperte e muovere le gambe per andare incontro e superare la miseria dell’altro. La misericordia è un atteggiamento nobile perché non usa la debolezza dell’altro per un proprio vantaggio”.

“Ma chi è il misericordioso e perché non rimanere indifferente davanti alla miseria dell’altro?”, si è domandato il cardinale Kasper. “La risposta biblica ci viene data già nel libro della Genesi: ogni uomo è un riflesso della santità di Dio e quindi merita rispetto assoluto. Anche la misericordia fra gli uomini riflette la misericordia di Dio, da qui l’insegnamento di Gesù: ‘Siate misericordiosi come il Padre vostro è misericordioso’”. Riferendosi al Nuovo Testamento il porporato ha quindi citato la parabola del figliol prodigo e quindi quella del buon samaritano. Per poi aggiungere: “Il crocifisso è l’immagine concreta dell’atto di misericordia” di Gesù stesso. “La sua morte non ha solo il significato della solidarietà di Dio verso l’uomo, ma ha anche quello metafisico della morte, destino dell’uomo, in cui abbiamo bisogno di Dio”.

La misericordia è la fedeltà di Dio a se stesso, che vuole comunicare se stesso e non può fare altro che perdonare. Nella sua misericordia Dio apre il suo cuore e ci permette di guardarci dentro”. Ma le opere di misericordia non si sostituiscono a una società giusta”, ha sottolineato il cardinale Kasper. “Abbiamo ogni ragione a conservare un sistema sociale anche se si devono riconoscere i limiti di questo sistema, come l’eccessiva burocratizzazione. Sono quindi necessarie delle persone che abbiano un cuore e che prendano a cuore gli altri e, nel caso concreto, cerchino di aiutare meglio che possono. Senza la misericordia la base della giustizia sociale si perde. La misericordia non può e non vuole sostituire la giustizia sociale ma può essere l’ispirazione e la motivazione a darsi da fare”. Secondo Kasper, “senza la misericordia viene a mancare l’impulso emotivo necessario per impegnarsi a volere un mondo migliore. Possiamo intendere quindi la misericordia come la fonte motivazionale della giustizia sociale”.

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