Silvio Giampieri085Di Silvio Giampieri

RIPATRANSONE – Dopo la grande emozione vissuta in occasione della mia ammissione agli ordini sacri, mi corre l’obbligo di scrivere qualche riga di ringraziamento alle tante persone che mi hanno testimoniato il loro affetto, e al tempo stesso ne approfitto per un piccolo chiarimento.

Il Vescovo Carlo Bresciani nella sua omelia ha ben spiegato che quel giorno manifestavo pubblicamente il mio consenso, accolto dalla Chiesa nella Sua persona, ad impegnarmi nel cammino per diventare un giorno Diacono e poi Presbitero.

A coloro che mi hanno chiesto se tra qualche giorno celebrerò la prima messa, rispondo ovviamente di no, non avendo ricevuto ancora un sacramento che mi renda idoneo a farlo.

Sono semplicemente un “candidato” ufficialmente a farlo forse un giorno, al termine del percorso formativo di Seminario.

Per restare nella metafora della candidatura, quando in ambito civile ci si presenta per concorrere ad una carica, segue poi un periodo di campagna elettorale, nella quale gli eventi e la volontà popolare portano poi all’esito felice o meno, dell’inizio di un servizio pubblico.

Analogamente in questo caso, fatto il primo passo di presentarsi ufficialmente, dopo un primo periodo di formazione, ne segue un altro dove la vita, con le sue dinamiche imprevedibili, e la Chiesa che mi dovrebbe accogliere, poi decideranno se l’epilogo del percorso sarà nel ministero presbiterale.

Su tutto questo prevale la fiducia che il Signore continuerà ad accompagnarmi, come ha fatto sinora, dove vuole lui, anche in caso di brusche virate di direzione, ma nella certezza che in ogni caso giungerò al mio bene.

Dopo questa doverosa precisazione, sento anche l’onere di ringraziare innanzitutto il Vescovo per le belle parole che ha saputo regalarmi, e per il paterno affetto che sempre mi riserva. La mia gratitudine va poi a Don Gian Luca, ai formatori e ai compagni del seminario, che con pazienza mi sono vicino e così anche a tutti i sacerdoti che hanno partecipato fisicamente o con la preghiera.

Ringrazio poi le Suore Teresiane per la loro generosità e l’immancabile disponibilità, così come le monache Passioniste che pure non hanno fatto mancare la loro affettuosa preghiera dalla clausura.

Prezioso è stato il servizio della Corale “Madonna di San Giovanni”, già in questo periodo oberata di impegni, ed al tempo stesso la regia delle catechiste che hanno contribuito al buon esito della liturgia e a circondarmi piacevolmente della simpatia di tanti bambini.

Ringrazio le persone che quotidianamente o straordinariamente si adoperano per la pulizia, gli addobbi floreali e le necessità varie del Duomo, lavoro tanto nascosto quanto prezioso.

La mia gratitudine va anche ai Confratelli e alle Consorelle del Sacro Cuore, ed alle tante persone che si sono date da fare spendendo le proprie energie, cucinando o provvedendo a quanto mancava.

Un ringraziamento affettuoso a tutti gli amici che sono venuti da lontano, o si sono resi vicini scrivendomi nei giorni precedenti e successivi, ad alcune autorità civili che in modo privato hanno presenziato per testimoniare la loro amicizia, e soprattutto a coloro che ho dimenticato o non ho percepito nella confusione di tanta gente sul finale.

Per il momento posso dire di essere molto felice per una scommessa, quella della sequela di Cristo, che nella vita si sta dimostrando vincente, sperando un giorno poi di poterla definire proprio come “vinta”.

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