Ravasi“Tutti i Giubilei dovrebbero essere delle occasioni di misericordia e di solidarietà”. A sostenerlo è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, intervistato dalla Radio Vaticana. L’”anima” del Giubileo, spiega il cardinale, “è un’anima di amore, di liberazione, di giustizia, di ritorno ad una fraternità tra i popoli, tra le persone, e ad una fraternità anche con la terra”. “Non dimentichiamo – aggiunge – che anche il famoso Giubileo del Duemila, che tutti ricordano con quella figura centrale inginocchiata, ormai già colpita dalla malattia, di San Giovanni Paolo II sulla soglia della Porta Santa, era centrato spesso sul tema del perdono, anzi della domanda di perdono che la Chiesa faceva per le colpe che nell’interno della sua storia erano state commesse dai suoi figli”. Anche le radici bibliche del concetto di Giubileo, rintracciabili nell’Antico Testamento, confermano la sua anima “misericordiosa”, come spiega Ravasi: “Questo Giubileo era caratterizzato da alcune componenti che sono ancora tipiche di questo Giubileo straordinario della misericordia. C’era la remissione dei debiti delle singole famiglie, il ritorno e il possesso ancora delle terre che erano state alienate a queste famiglie; c’era la liberazione degli schiavi e quindi un ritorno ancora, una celebrazione della libertà; c’era un aspetto ecologico, perché la terra per un anno veniva fatta riposare”.

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