DIOCESI – Fervono in curia i preparativi per la grande festa di domenica 13 dicembre, l’apertura del giubileo straordinario in diocesi voluto da papa Francesco.
Nella mattinata di mercoledì 9 dicembre è stato presentato in conferenza stampa il programma del giubileo diocesano alla presenza del vescovo mons. Carlo Bresciani, dell’autore della porta Santa, il maestro Paolo Annibali, del vicario generale mons. Romualdo Scarponi e del direttore dell’ufficio liturgico don Luis Sandoval.
I fedeli si ritroveranno alle 16:00 presso la Caritas diocesana (zona Ponterotto) da dove partirà un corteo che sosterà di fronte al cimitero per poi arrivare in Cattedrale. «La scelta di questi due luoghi – spiega il vescovo Carlo – deriva dal fatto che il giubileo richiama le opere di misericordia: alla Caritas si dà da mangiare agli affamati, da bere agli assetati, si vestono gli ignudi.
Il cimitero invece ricorda il seppellire i morti come opera di misericordia corporale e il ricordare i defunti come opera spirituale».
In piazza Nardone il vescovo aprirà poi la porta Santa, realizzata per l’occasione dal maestro Annibali.
Ha continuato poi Sua Eccellenza: «Questo giubileo è uno stimolo del papa molto forte perché i cristiani si aprano a questa misericordia verso gli ultimi, gli emarginati, verso le periferie esistenziali, non solo geografiche.
La coincidenza dell’inaugurazione del giubileo con il Natale ci ricorda che Gesù è venuto povero tra i poveri, ha fatto l’esperienza di essere rifiutato nascendo in una mangiatoia, ed era il Figlio di Dio. Questa coincidenza è estremamente significativa, perché accogliere Colui che è stato rifiutato ci invita a vedere Gesù in ogni persona che è nel bisogno».
È intervenuto poi il maestro Paolo Annibali, autore della porta che verrà aperta dal vescovo durante le celebrazioni di domenica 13.
La porta Santa, composta da due ante singole per un ingombro di 2×4 metri, è realizzata in bronzo e legno; su di essa sono incastonate delle formelle che raffigurano otto racconti: la creazione di Adamo ed Eva, perché il primo atto di misericordia di Dio è stato il dono della vita; la liberazione dalla schiavitù, con Mosè che divide le acque perché il popolo vi possa passare attraverso; la samaritana al pozzo; l’episodio di Gesù e Zaccheo; il buon pastore; il padre misericordioso che abbraccia il figlio; Gesù che salva Pietro dalle acque (passaggio simbolico questo che allude ai continui naufragi del Mediterraneo cui stiamo assistendo ogni giorno) e Gesù che morendo sulla croce dice al buon ladrone “oggi sarai con me in paradiso”. «Nel caso di un’opera complessa come questa – afferma l’artista – il difficile è stato coordinare tutte le maestranze coinvolte nella realizzazione; molteplici sono infatti le figure che hanno permesso la nascita della porta Santa: la falegnameria, che ha curato la parte lignea dell’opera (falegnameria Binni di Monsampolo); due fonderie, fonderia Efesto di Cingoli e fonderia Bongiovanni di Martinsicuro; il fabbro Giuseppe Marcozzi di Grottammare; l’ingegnere Simone De Angelis. Niente è comprato in ferramenta, è stato tutto realizzato a mano: chiavi, serratura, maniglie».
Don Luis ha poi fornito informazioni “tecniche” riguardo al giubileo: con quale spirito affrontare il pellegrinaggio dalla Caritas alla Cattedrale, quali intenzioni avere durante tutto quest’anno di giubileo. «Il passaggio attraverso la porta Santa costituisce l’atto fondamentale nell’anno di misericordia e il papa ha voluto sottolineare il pellegrinaggio come raffigurazione della nostra stessa vita; pellegrinaggio che costituisce anche il richiamo della vita cristiana che è un camminare continuamente verso la salvezza del Signore. Durante quest’anno giubilare si sottolineeranno gli aspetti spirituali della misericordia e del perdono, ricevendo la misericordia di Dio ma impegnandoci a rivolgerla noi verso gli altri».