Presepe Parrocchia San Pio V (960x539)Di Mario Vagnoni

DIOCESI – Anche quest’anno sta per tornare il Natale una festa religiosa che continua ad emozionare ed ad arricchire di fascino e di buoni sentimenti il cuore di piccoli e grandi. Il dibattito è sempre continuamente aperto nell’ambito scolastico dove io lavoro, tra chi ritiene che per tutelare la laicità della scuola e non offendere le altre religioni non si debba fare il presepe e le recite natalizie e chi ritiene importante farli perché occorre conservare le nostre tradizioni e perché potrebbe essere una festa che aiuta l’integrazione dei bambini e degli adulti di altre fedi religiose.

Io naturalmente sono per questa seconda corrente di pensiero, ma mi sorgono delle riflessioni quando si avvicina il Natale del Signore che vorrei condividere. Spesso sento dire da alcuni “sapientoni” della televisione che la festa del Natale a scuola con riferimenti al nome di Gesù potrebbero offendere la sensibilità di bambini e adulti di altre religioni e dunque sarebbe opportuna non farla anche perché la scuola è laica. Io insegno religione cattolica a Martinsicuro dove ci sono tanti bambini che non fanno religione cattolica, ma non ho sentito mai nessuno che si è lamentato perché si festeggia la nascita di Gesù a scuola. Sarebbe interessante fare un’indagine tra le famiglie che non si avvalgono della Religione Cattolica per chiedere loro che cosa pensano della festa religiosa del Natale a scuola e sono convinto che tutti mi direbbero, che è bene farla. Già sono state fatte queste interviste in altre parti d’Italia e tutte hanno messo in evidenza come i nostri amici di altre religioni, ci incoraggiano a mantenere vive queste tradizioni religiose natalizie. Le domande che invece mi sorgono spontanee sono: quanto noi italiani ed europei siamo ancora legati alle nostre radici religiose e alla nostra fede cristiana? O piuttosto in nome della laicità dello stato e della scuola, non riconoscendo più le nostre origini culturali e religiose care ai nostri padri, prendiamo la scusa che si può sostituire il Natale, che significa la nascita storica di Gesù Cristo, con altre nuove feste utili a coinvolgere tutti, la festa dell’inverno, della pace, della solidarietà etc?

A scuola durante questo periodo insegno ai bambini canti natalizi accompagnati dalla chitarra. Qualche collega influenzata da questa mentalità modernista e laicista, mi chiede: “Ma non è che hai qualche canzone un po’ neutra dove non si parla di Gesù, ma della pace e della solidarietà, sai per i bambini  che non fanno religione”.  Io rispondo che ho solo canzoni natalizie e non neutre in quanto a Natale nasce Gesù ed io conosco solo canti dove è presente questo bel nome. Sembra che il nome Gesù a Natale abbia qualcosa di contagioso ed è meglio non pronunciarlo. Voglio precisare che non tutte le colleghe la pensano così e credono che per una buona integrazione sia giusto che tutti i bambini cattolici e non, debbano avere la possibilità di conoscere chi sia Gesù e poter cantare insieme canti in suo onore. Del resto quando festeggiamo il compleanno di una persona, tutti cantiamo felicemente il famoso motivetto: “Tanti auguri a te……”, non vedo perché non possiamo cantare tutti in onore di Gesù che festeggia il suo compleanno a Natale.

Comunque al di là del dibattito recita natalizia e presepe sì oppure no nella scuola, un fatto storico mi consola: Gesù Cristo il figlio di Dio Salvatore a Natale è nato per tutti, Colui che non ha conosciuto il peccato, il Verbo del Padre, si è fatto uno di noi e nell’innocenza di un bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, Gesù in un abbraccio d’amore accoglie tutti: Cristiani, Mussulmani, Ebrei, Induisti, Buddisti, atei e tutti gli uomini e le donne di buona volontà.

Gesù è nato per tutti, anche per chi lo rifiuta e questo suscita ancora di più lo stupore e il fascino del Natale.

Auguro a tutti in questo Natale, di mantenere vivo questo stupore di fronte all’innocenza del bambino Gesù. La mangiatoia possa essere il nostro cuore aperto all’infinito Amore di Dio.

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