CUPRA MARITTIMA – Il Cinema Margherita di Cupra Marittima da giovedì 17 a lunedì 21 dicembre propone:
- Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael, con Pili Groyne, Benoît Poelvoorde, Catherine Deneuve, François Damiens, Yolande Moreau.
- Belle & Sebastien – L’avventura continua di Christian Duguay, con Félix Bossuet, Tchéky Karyo, Thierry Neuvic, Margaux Châtelier, Thylane Blondeau. Il film è tratto dai romanzi di Cécile Aubry e sequel di Belle & Sebastien del 2013.
Dio esiste e vive a Bruxelles: “Appartamento tre camere con cucina e lavanderia, senza una porta d’entrata e d’uscita. Si è parlato molto di suo figlio, ma poco di sua figlia. Sua figlia sono io”. Non è facile essere la figlia di Dio. Ea, undici anni, lo sa bene: suo padre – anzi suo Padre – è odioso e antipatico e passa le giornate a rendere miserabile l’esistenza degli uomini. Una situazione che non può andare avanti, ma come risolverla? Dopo l’ennesimo litigio Ea scende tra gli uomini per scrivere un Nuovo Testamento che ci permetta di cercare la nostra felicità. Ma, prima di andarsene, usa il computer del Padre per liberarci dalla più grande delle nostre paure inviando a ciascun essere umano un sms con la data della propria morte. (www.trovacinema.it)
“Dio esiste e vive a Bruxelles, dice il film di Jaco van Dormael. Il belga che sorprese quasi venticinque anni fa con la sua opera prima Totò le héros dove un uomo triste e frustrato è tanto convinto di essere stato scambiato alla nascita con un altro, che ha invece vissuto una vita piena di soddisfazioni, da decidersi, ormai vecchi entrambi, a farlo fuori per vendetta. La cifra comico-malinconica sopravvive nel tempo. E si radicalizza. Dio sarebbe un tipo capriccioso e maligno, un vero infame che provoca sciagure e se ne compiace sadicamente, che con il suo operato non ha fatto altro che generare rabbia e inimicizie. È belga, di Bruxelles (formidabile l’attore Benoît Poelvoorde) e non si è mai sognato di esortare ad amare “il prossimo tuo come te stesso”. Vive in vestaglia, in una casa senza entrata né uscita: cucina, due camere, una lavanderia (che avrà la sua importante funzione) e il suo immenso studio inaccessibile al resto della famiglia. Composta dalla moglie che subisce tutto silenziosa, e dalla figlia Ea, 10 anni, che non ne può più di segregazione e angherie del padre. E come unico sfogo ha i suoi colloqui con l’immaginetta di JC, che si anima come il crocifisso di Don Camillo, il più celebre figlio di Dio. La bambina manomette il computer del padre inviando a tutti gli esseri umani un sms con la data della loro morte. Per sottrarre l’immeritato strapotere al padre, per – svelando la finitezza – consentire a tutti di usare liberamente la consapevolezza e goderne a pieno, per apprezzare la ricerca della felicità. Per destituire inoltre di ogni senso le rivalità e le guerre tra gli esseri umani. Trovato un varco di uscita, si mette in cerca di chi l’aiuti a scrivere un Nuovo- Nuovo Testamento, nonché di sei apostoli supplementari. Il papà ne avrebbe decisi dodici perché gli piace l’hockey, e allora Ea ne cerca altri sei perché la mamma preferisce il baseball che si gioca in diciotto. E parte l’avventura, inquietante ed esilarante a un tempo (vedrete che tipi quelli che Ea va raccogliendo). Un po’ nello spirito dello stravagante svedese Un piccione seduto su un ramo eccetera, ma meno allegoricamente rarefatto, più acido e anche più divertente. Sovreccitato quanto l’altro era impassibile. La visione molto personale, supportata dall’originale e insistita artificialità degli effetti visivi e da una forte sensibilità musicale che reclama protagonismo, ne fa chiaramente una favola. Una favola piuttosto nera e anche un po’ sentimentale. Tuttavia, e ci si mette anche l’ambientazione con i suoi tenebrosi richiami (involontari, evidentemente) all’attualità, la favola si carica di un messaggio inequivocabile e molto provocatorio. Sia pur parlando sostanzialmente d’amore e non d’altro (magari evocato, questo sì). Contro ogni suggestione fideistica e a sostegno di quei valori (occidentali? Liberal democratici? Laici?) che esaltano la libertà dell’individuo. Con tutti gli oneri e le responsabilità inclusi. Tra gli interpreti, tutti davvero notevoli, spicca la presenza genialmente incongrua di una Catherine Deneuve che sembra darsi senza riserve a un’avventura che mortifica il suo divismo.” (Paolo D’Agostini – la Repubblica)
Belle & Sebastien – L’avventura continua: È il settembre del 1945 e si festeggia la fine della guerra. Sebastien è cresciuto, ora ha 10 anni e con Belle attendono impazienti il ritorno di Angelina. Un’attesa vana, perché la loro amica è scomparsa in un incidente aereo nel cuore della foresta transalpina. Tutti in paese hanno perso la speranza. Tutti tranne Sebastien che decide di andare a cercarla con il suo inseparabile amico a quattro zampe. Durante il lungo viaggio, tra mille pericoli e prove da superare si troverà di fronte ad una grande scoperta che cambierà la sua vita. (www.trovacinema.it)
“Un’ellisse di un paio d’anni o poco più separa questo secondo episodio dal primo, dentro e fuori la finzione: un tempo sufficientemente breve per ritrovare, se non la neve ancora fresca, di certo attori e personaggi ancora vicini a dove li avevamo lasciati. Chi ha avuto voglia di allargare la distanza sono stati invece gli sceneggiatori, che hanno spinto senza freni sul pedale dell’avventura e dell’azione ma anche del racconto di formazione, declinato, da un lato, nei toni della fiaba (di cui la sequenza notturna sull’acqua è diventata una sorta di tassello emblematico e imprescindibile), e, dall’altro lato, nella transizione dall’infanzia all’adolescenza, di cui si fa Virgilio la bella Gabriella (poco credibile come italiana ma molto convincente come oggetto di fascinazione). In cabina di pilotaggio, Nicolas Vanier lascia il posto al canadese Christian Duguay, specializzato in scene d’azione e racconti di paternità più o meno dissimulata.
Tanti e tali (e forse troppi) sono gli argomenti sentimentali e avventurosi sul piatto che non si ha il tempo di fermarsi a rimirare il panorama: si resta aggrappati alla corsa del film come ad una corda, calati ogni volta nel contrattempo e ogni volta salvati al limitare estremo del conto alla rovescia. Accade così che, pur ammirando la capacità della scrittura di reinventarsi da capo senza tradire le premesse, e pur restando ancora una volta conquistati dal piccolo prodigio che risponde al nome di Félix Bossuet, ci manchino un poco i silenzi della natura senza comparse disseminate in ogni dove, e anche la stessa Belle, finita a sua volta un po’ a margine del quadro per far posto a un altro genere di spettacolo, meno naturalistico ma non meno coinvolgente.” (Paola Casella –mymovies.it)
Anche per la stagione 2015-2016 il Cinema Margherita propone la Tessera Acec Marche. La tessera costa € 5, permette di avere 5 ingressi ridotti, più uno in omaggio, ed è utilizzabile in tutte le Sale Acec Marche.
0 commenti