“Il primo ministro Cameron ha esposto dettagliatamente la sua posizione”, tendente a dare mano libera a Londra su vari aspetti dell’integrazione Ue, ad avere garanzie sui rapporti tra Paesi dell’Eurozona e gli altri Stati, e sul mercato unico. Ha poi insistito sul diverso trattamento in materie di garanzie sociali da fornire ai lavoratori Ue che dovessero giungere sull’isola, ma su questo aspetto – che è espressamente contrario ai Trattati comunitari – ha trovato la porta chiusa. Tusk chiarisce quanto avvenuto nella seduta a porte chiuse: “I leader hanno espresso le loro preoccupazioni, ma hanno anche dimostrato disponibilità a cercare compromessi. Sulla base di questo dibattito positivo, abbiamo convenuto di lavorare insieme per trovare soluzioni su tutti i quattro punti sollevati” da Cameron entro il Consiglio europeo del 18-19 febbraio. Il premier britannico si è probabilmente reso conto di essersi infilato in una strada senza uscita con il referendum e ora cerca rassicurazioni e un appoggio da parte degli altri leader dell’Unione europea.