SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Francesco Capecci ha fatto seicento. L’ultramaratoneta sambenedettese ha corso, infatti, la scorsa settimana a Reggio Emilia la sua seicentesima gara, tra maratone e ultramaratone, corse così denominate per la propria lunghezza, solitamente molto superiore ai 42,195 km della maratona tradizionale. La sua carriera di runner è iniziata nel lontano 1973 alla Festa dell’Unità di San Benedetto, ma è dal 1976 che Capecci ha iniziato a conteggiare le gare ufficiali alle quali ha preso parte e che in questo mese di dicembre 2015 ha raggiunto quota seicento. Alto 1.63 mt., 64 chili di peso, l’atleta rivierasco ha rischiato di dover abbandonare la sua passione nella primavera del 1997, quando gli fu diagnosticata una neuropatia in stato avanzato. Dopo anni di cure e di riabilitazione Capecci viene riabilitato a correre solo nell’ottobre del 2000, con qualche conseguenza permanente nella sensibilità degli arti, ma con la stessa grinta di prima. Organizzatore e ideatore di gare di indubbio fascino come la Maratona sulla sabbia e la 6 ore sotto le stelle (gara con svolgimento tra la mezzanotte e le sei del mattino), Capecci è un dilettante allo stato puro al quale l’aiuto di qualche sponsor sarebbe indubbiamente gradito. “Sono conosciuto ovunque – ha dichiarato – e il cambio del cappellino a ogni gara ha sempre destato molta curiosità. Li realizza in lana mia moglie Anna Maria (che in passato ha disputato trentacinque maratone insieme a me), respingono l’acqua e mantengono la temperatura giusta. Sarebbero l’ideale per metterci sopra il nome di un eventuale sponsor”. Il suo record personale sulla distanza della maratona tradizionale è di 3h24’, mentre la sua 100 km migliore di sempre fece fermare i cronometri sull’invidiabile tempo di 11h24’.