Una generazione continua di vita: è questo che leggiamo e tocchiamo con mano nella liturgia di questa quarta domenica di Avvento.
Il profeta Michea ci parla di Betlemme, piccolo villaggio della Giudea, che darà vita a «colui che deve essere il dominatore in Israele». Ancora il profeta scrive di una donna che dovrà partorire colui che «sarà grande fino agli estremi confini della terra».
L’evangelista Luca ci presenta l’incontro tra due donne, Maria ed Elisabetta, entrambe in attesa di un figlio.
C’è un’abbondanza di “grembi” pronti a generare, pronti a partorire, grembi in cui sussulta gioia, stupore, grembi che danno frutto, grembi da cui scaturirà la pace, grembi che danzano!
Grembi non vuoti, non sterili, non solitari né chiusi; grembi abitati, parlanti, esultanti, già partecipi dell’esistenza, piccoli spazi in grado di generare infinita vita.
Cosa vuol dire per noi tutto questo?
Non c’è uno spazio che il Signore chiede a forza di occupare, non c’è un ruolo che Egli vuole ricoprire nella nostra vita, non pretende un trono su cui sedersi e su cui farsi osannare né un tempio in cui farsi adorare; non chiede un pulpito da cui parlare, non ci sono sacrifici o olocausti che pretende di ricevere…il Signore desidera “abitare” il nostro grembo, quello spazio segreto, intimo, vitale che custodisce il nostro essere, il luogo in cui ognuno di noi vive veramente, ama veramente!
Dio viene: e non per le mie suppliche o la mia buona condotta, Dio viene per un bisogno che gli urge nel cuore, perché lo spinge un fuoco, perché lo chiama il mio desiderio, il mio desiderio di vita e di dare vita! Perché è solo attraverso la nostra vita, solo dando vita alla nostra vita che il Signore può generare alla Vita e può generare Vita!
Allora è ora di scendere, di passare nelle profondità, anche noi ad ascoltare, come Maria ed Elisabetta, con le orecchie dell’anima ben aperte. E’ il momento, in questo Avvento e in questo Natale, di nascere ancora una volta, tra le braccia di Dio e, a nostra volta, di farci grembo per Lui affinché Egli possa visitare nell’amore, nel perdono, nella misericordia, nella riconciliazione, nella pace, ciascun uomo…perché sia guarito, perché sia salvo … perché viva!