La porta dell’Ostello alla Stazione Termini “è diventata Porta Santa della Carità: chi la attraversa con amore troverà perdono e consolazione, e sarà spinto a donare e donarsi con più generosità, per la salvezza propria e dei fratelli”. Ne è convinto il Papa, che nel discorso rivolto ai dipendenti delle Ferrovie Italiane ha ricordato le Porte Sante che “in questi giorni vengono aperte in tutte le diocesi del mondo”. Di un po’ di misericordia abbiamo bisogno tutti, eh?”, ha aggiunto il Papa a braccio: “Lasciamoci coinvolgere dal Giubileo della Misericordia in modo da rinnovare il tessuto di tutta la nostra società, rendendola più giusta e solidale”. “Soprattutto in questa terza guerra mondiale che è scoppiata: a pezzi, ma la stiamo vivendo”, l’altra aggiunta del Papa sempre fuori testo. L’Ostello presso la Stazione Termini, dedicato a don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas di Roma, è stato rinnovato dalle Ferrovie in collaborazione con la Caritas diocesana. “Cinque anni fa – ha ricordato Francesco – Benedetto XVI posò la prima pietra all’inizio dei lavori per approntare i nuovi locali”. “Questo Ostello, che accoglie quotidianamente centinaia di ospiti, e sta predisponendo anche il servizio di accoglienza diurna – ha sottolineato il Papa – svolge un’opera essenziale in un luogo della città dove spesso si radunano le persone in cerca di un riparo”.
“Ho saputo che si intitola ‘Giubileo’ l’ultima monografia, appena pubblicata nella collana ‘L’Italia del treno’: una raccolta di fotografie che ritraggono i viaggi dei Pontefici in treno”. Alla fine del discorso rivolto ai dipendenti delle Ferrovie italiane, in Aula Paolo VI, Papa Francesco ha ricordato le foto dei sui predecessori a bordo dei treni e ha rivolto un auspicio per il Paese intero: “Che la stima che ci lega, della quale questa giornata è un segno, possa rafforzarsi in quest’Anno Santo, in modo che l’Italia e tutti i Paesi del mondo diventino luoghi di reti solidali, più autenticamente umani, più capaci di gioire dell’amore di Dio e della comunione vicendevole”.