DIOCESI – Domenica pomeriggio 20 dicembre, la comunità dei diaconi presso il Biancazzurro, si è riunita per vivere il consueto ritiro natalizio guidato dal suo direttore spirituale padre Silvano Nicoli. Erano presenti oltre ai diaconi, il rettore don Elvezio di Matteo, alcune mogli dei diaconi e 3 aspiranti al diaconato.
La riflessione di padre Silvano si è incentrata su alcune domande che l’Avvento suscitano in ognuno di noi come ad esempio: che cosa attendiamo? Come stiamo camminando in questa attesa? Quanto amiamo e quanto ci accogliamo ogni giorno?
Queste domande sono state illuminate da alcune figure evangeliche come San Giovanni Battista su cui nel deserto è scesa la Parola di Dio, oppure Maria che ha accolto l’annuncio dell’angelo e ha detto sì alla Volontà di Dio di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo.
Padre Silvano citando il vescovo Brigantini, ha sottolineato che i diaconi hanno un posto speciale nella Chiesa in quanto sono gli unici che hanno il sacramento del matrimonio e quello dell’ordine e dunque sono il ponte tra la vita familiare e quella ecclesiale. Da una parte il diacono svolge la sua missione in famiglia come marito e come padre e dall’altra ha una missione di servizio nella chiesa e nel mondo. Il diacono deve saper conciliare con l’aiuto della Parola di Dio e della grazia sacramentale la vita familiare e la vita ecclesiale, testimoniando nel mondo la presenza di Cristo servo di tutti.
Il diacono dovrebbe incarnare la misericordia di Gesù quando ha incontrato l’adultera che stava per essere lapidata. Gesù non ha giudicato la donna, ma le ha detto: “Va in pace, trova in Dio-Padre Buono una vita felice, non farti più del male continuando a vivere così”.
Se potessimo usare negli atteggiamenti e nelle parole un po’ della delicatezza che ha usato Gesù verso questa donna potremmo fare tanto del bene agli altri, qualsiasi persona incontriamo.
Padre Silvano ha ribadito che ognuno di noi in quanto battezzati, ma ancora di più nel servizio diaconale possiamo seminare nel mondo questa gioia e questa speranza del Cristo Risorto, soprattutto nei confronti delle persone che incontriamo ferite dal male e dalle prove della vita. Padre Silvano ci ha ricordato che il peccato più grave è quello di omissione, quando si potrebbe fare del bene e non lo facciamo per pigrizia o per indifferenza. È importante provare a seminare nel mondo il bene sempre e comunque, anche se una cosa sembra inutile e insperata, perché dove non arriviamo noi ci pensa ad agire lo Spirito Santo. Questa è la sfida che è importante compiere, anche se in passato nella vita diaconale ci sono state sofferenze, incomprensioni e difficoltà a svolgere il proprio servizio. Occorre seguire il cammino di Cristo servo, mettendoci sempre nelle sue mani con la speranza che lo Spirito Santo, nel nostro servizio qualunque esso sia, porterà a compimento dei frutti di vita eterna nella Chiesa.
Il ritiro si è concluso con la celebrazione eucaristica e una cena fraterna vissute nella gioia del Signore.
Chiediamo al bambino Gesù in questo Natale un cuore docile ed umile perché tutti noi possiamo contribuire a far fiorire una bella comunità diaconale che sia segno concreto dell’amore di Dio nelle famiglie, nella Chiesa diocesana e nel mondo.