Di Massimo Cerfolio
COMUNANZA – La trentottesima edizione del presepe vivente di Comunanza, è stata caratterizzata da un elemento di modernizzazione che è riuscita a proiettare una luce di riflessività, conducendo ad un interpretazione nuova senza tuttavia sconnettersi dalla sua storica identità. Valorizzare questo evento in tutti i suoi aspetti e considerarlo quale dispositivo trasversale, per proporre un idea tutta nuova che garantisca un valore aggiunto rispetto alle innumerevoli proposte del territorio, è stata la scelta dell’Amministrazione Comunale.
La ricostruzione del passato, è stata ben argomentata, documentata e prospetticamente spettacolare, soprattutto nella ormai affermata scena della natività. La regia di Marco Renzi ha reso tutto più fluido e reale, legando alle scene contemporanee quel messaggio di riflessione staccandolo moralmente dai luoghi comuni. Scene che rappresentavano il dramma dei migranti che vedevano il loro sogno svanire davanti ai muri di filo spinato dell’Ungheria, richiamando fortemente l’esodo del popolo d’Israele, per poi passare alle ultime azioni terroristiche avvenute a Parigi. Un messaggio religioso forte, che più che mai rafforza la missione di Cristo sulla terra e che invita tutti gli uomini a seguire questo messaggio di pace. Legato saldamente al filo del presepe dell’anno zero, che ha visto le scene madri primeggiare nella loro semplicità e bellezza. Il sinedrio, il mercato, l’Annunciazione, i commercianti, le botteghe artigiane, il Censimento, i centurioni romani, le osterie, la scena del matrimonio di Giuseppe, rappresentate da oltre duecento figuranti hanno fatto da ottimo contorno alla scena delle scene: La Natività. Incastonata ai piedi di una collina, è da sempre la scena più bella e naturale, che rende spettacolare ed emozionante il percorso del centro storico della cittadina, che conclude la rievocazione storica.
Una edizione del tutto nuova, molto apprezzata dai molti visitatori che incuriositi dalle novità sono accorsi per apprezzare uno dei primi presepi viventi della Regione Marche.