Sul dritto, viene spiegato su L’Osservatore Romano di domani (in distribuzione da oggi pomeriggio), reca lo stemma del Sommo Pontefice contornato dalla scritta “Iubilaeum extraordinarium misericordiae 2015” e sotto il nome dell’artista romana (classe 1982, licenziata alla scuola dell’arte della Medaglia) che l’ha realizzata, così come aveva già fatto con altre medaglie pontificie per Benedetto XVI e per Papa Francesco. Sul bordo la dicitura “E Civitate Vaticana” accompagna il numero della medaglia. Sul rovescio è riprodotto un particolare del dipinto di Rembrandt “Il ritorno del figliol prodigo”, conservato nel museo dell’Hermitage di San Pietroburgo e ispirato alla parabola evangelica del Padre misericordioso (Luca, 15,11-32). Di particolare interesse è il fatto che le mani del genitore sono una maschile e una femminile, quasi a voler significare che il perdono è del Padre, ma passa attraverso il ministero della Chiesa. Intorno la scritta “In Aeternum Misericordia Eius” (Salmo 135/6).
Con un diametro di 50 millimetri e un peso di 85 grammi, la medaglia è incastonata in una scultura fusa in bronzo, ornata su entrambi i lati con tralci d’uva che rappresentano l’Eucaristia e richiamano il Popolo di Dio, la “vigna del Signore” e il pavone che, nell’iconografia cristiana antica, è simbolo della risurrezione e della vita eterna. La cornice in bronzo è stata modellata dalla scultrice e medaglista Daniela Fusco.
Ogni esemplare è accompagnato da un certificato di garanzia, numerato, con timbro a secco della Segreteria di Stato e dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato italiano. I pezzi sono coniati in quantitativo non superiore a quello indicato di seguito: trittici, duecento; oro, cento; argento, tremila; e bronzo, tremila.