ACQUAVIVA PICENA – Ad Acquaviva Picena è stato presentato il libro “Storie di piedi buoni” di Domenico Di Stefano, impiegato presso il Tribunale Ecclesiastico Regionale Abruzzese, ma anche apprezzato scrittore. L’autore ha dichiarato che ama molto scrivere, numerosi infatti i libri già pubblicati. Presenti all’Auditorium “San Giacomo della Marca” della BCC Picena Truentina Sua Eminenza Cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona, il presidente della BCC Truentina Aldo Mattioli, il prof. Gabriele Di Francesco dell’Università di Chieti, il presidente del Circolo dei Sambenedettesi Benedetta Trevisani e il giornalista sportivo e telecronista Sky Maurizio Compagnoni. A prendere per prima la parola e introdurre l’argomento è stata la prof. Trevisani che innanzitutto ha ringraziato i relatori e poi ha invitato il sindaco di Acquaviva Rosetti a intervenire. Il dott. Rosetti ha anch’egli espresso prima di tutto i suoi ringraziamenti poi ha letto alcuni passi del libro che lo hanno particolarmente colpito e in seguito espresso un suo pensiero a riguardo. Ha sottolineato il sindaco che un messaggio o un’idea che viene imposta con violenza e prepotenza, che viene comunicata agli altri alzando la voce non ha nessun importanza e non viene mai presa in considerazione. “Se si vuole far passare un messaggio, se si vuole far conoscere e condividere un’idea la si deve comunicare con rispetto”, ha proseguito il sindaco Rosetti, “ Un messaggio passa solo quando ha valore e non quando ha bisogno di essere imposto e gridato”. Il dott. Rosetti ha poi sottolineato che lo sport fa da sfondo a tutta la vicenda e che la vita dovrebbe avere le stesse regole del calcio, quando si sbaglia è giusto che lo si faccia notare, ma ci deve essere sempre la possibilità di migliorare, quando si commette un errore in campo il giocatore può in un’altra partita fare una “bella figura”, questo non accade nella vita di tutti i giorni dove chi sbaglia è considerato un eroe, dove gli errori non vengono criticati. La prof. Trevisani ha ripreso la parola subito dopo l’intervento del sindaco iniziando con la struttura del libro: “ La prima caratteristica che si può notare riguarda la brevità del periodare, questo stile di piccole frasi permette al lettore di poter cogliere meglio i significati profondi nascosti tra le righe, vuole far comprendere meglio a chi legge lo stato d’animo del protagonista. Per quanto riguarda lo stile grammaticale esso è pieno di punteggiature mentre il linguaggio è molto moderno”, ha proseguito la Trevisani e in seguito concluso “Le parole che caratterizzano il racconto si possono sintetizzare in due in particolare: Sogno e Speranza, che in fondo sono quelle che danno energia, che mandano avanti il cammino di vita del protagonista. I temi principali sono quelli dell’amicizia e della condivisione rafforzate anche dal loro legame con lo sport, in questo caso dal calcio”. A prendere poi la parola è stato il prof. Di Francesco che ha voluto anch’egli ringraziare i relatori e l’autore stesso ricordando gli anni di università durante i quali è nata la loro lunga amicizia e poi le vacanze insieme e altro. Il professore ha affermato di apprezzare molto gli scritti di Di Stefano e particolarmente questo ultimo lavoro dove si parla di un calcio positivo e buono. “Temi e valori alquanto importanti soprattutto in questi ultimi tempi dove le notizie che arrivano dal mondo dello sport e del calcio non sono positive”. Il prof. Di Francesco ha ricordato anche gli anni dove giocava nel campetto dell’oratorio salesiano luogo di sano divertimento e di buona socializzazione. Per quanto riguarda la struttura ha sottolineato le numerose metafore presenti e una accennata riscoperta dell’identità del protagonista, che nel suo viaggio temporale vive anche un viaggio interiore, un cammino dell’anima alla conoscenza delle proprie radici. Per avere risposte alle sue domande, ha proseguito il professore, il protagonista interroga le nuvole, si parla infatti nel libro di “Nefelomanzia”. Di Francesco ha concluso il suo intervento dicendo che “Ogni giorno si sposta sempre di più l’asse del buon senso”. A prendere poi la parola è stato il giornalista sportivo Compagnoni che ha ricordato il suo legame con Acquaviva in quanto suo padre era un acquavivano. Dopo aver ringraziato tutti i relatori ha iniziato il suo intervento parlando di alcuni temi principali del libro e dei personaggi che lo hanno particolarmente colpito. Il giornalista ha dichiarato che le emozioni che si vivono in campo siano esse belle o brutte sono sempre significative e profonde, vengono ricordate per tutta la vita, spesso sono ineguagliabili. Questo si deduce anche dal libro in questione, dove il protagonista si trova, da adulto a rincontrare i suoi amici dell’adolescenza e ricordare insieme tanti episodi vissuti insieme. Ha affermato il dott. Compagnoni che lo sport di squadra era ed è una grande opportunità di socializzazione a differenza degli sport individuali; nel calcio si lavora insieme, occorrono tutti i componenti affinché si raggiunga un buon risultato. Il dott. Compagnoni durante il suo intervento si è rivolto spesso al vice sindaco Balletta, anch’egli presente all’Auditorium, ricordandolo come un grande calciatore. In seguito è intervenuto Sua Eminenza Cardinale Menichelli, che ha prima di tutto ringraziato i presenti e poi ricordato la grande amicizia che lo lega da molti anni ormai all’autore Di Stefano, il cardinale Menichelli ha anche detto di essere d’accordo con le belle affermazioni già dichiarate dagli altri relatori e ha voluto poi fare domande inerenti il libro al dott. Di Stefano. Il cardinale Menichelli sì è rivolto all’ autore dicendogli che egli negli anni è maturato, cresciuto, ha apprezzato inoltre il suo radicamento agli eventi passati con gli amici, ha riconosciuto nei dettagli riguardanti il protagonista molte cose che riguardano l’autore. Ha rintracciato nella storia un particolare cammino spirituale dell’ autore intrapreso alla ricerca di un perdono a seguito di un “palla persa a centrocampo”, il cardinale ha proseguito dicendo che non è facile andare alla scoperta della propria vita interiore, che spesso si fa fatica a conoscersi profondamente. Sua Eminenza ha riconosciuto nel dott. Di Stefano come nel protagonista, la sua inquietudine nel non sentirsi a posto con la coscienza, entrambi vogliono pacificarsi con se stessi e con gli altri.
Il valore dell’ amicizia, ha proseguito il cardinale, una volta nell’ambiente parrocchiale era più sentito, aveva maggiore importanza; oggi sì è perso quel clima particolare e fraterno dove sono cresciuti grandi uomini e grandi amicizie. Il cardinale ha apprezzato che gran parte della storia del protagonista ruota attorno alla figura di un sacerdote che l’ha invogliato a formare una squadra di calcio di nome Aurora. Si è parlato anche della Provvidenza, che nel mondo odierno non viene considerata ed è spesso proprio in quel momento che si creano le maggiori difficoltà, quando l’uomo è convinto di poter fare da solo senza l’intervento del Signore. Infine ha preso la parola Domenico Di Stefano iniziando dai ringraziamenti perché come egli stesso ha detto “La gratitudine non scade mai”. Ha poi proseguito facendo tanti complimenti ai relatori. Anche il Papa, afferma l’autore, continua a dire che c’è bisogno di dire più spesso le parole: Grazie, Permesso e Scusa. Ha poi preso in mano un pallone sgonfio affermando che noi a volte ci sentiamo gonfi come un pallone, altre volte sgonfi e altre volte presi a calci come un pallone. L’autore ha ricordato gli anni in cui giocava a calcio e di come cercasse di imitare il grande stile di Marco Tardelli all’epoca suo idolo. Ha concluso il suo intervento dicendo che oggi si è accorciato di molto il senso di parole come: Sacrificio, Pazienza ed Essenzialità, che invece alcuni hanno fa formavano i grandi uomini e le grandi donne. Un sentito ringraziamento è stato riferito, da parte dell’autore, prima a tutta la sua famiglia e poi anche a Filippo Gaetani presidente dell’ associazione Terraviva per aver promosso l’iniziativa e per il suo sostegno e inoltre un grande grazie anche al vescovo emerito Mons. Gestori anch’egli presente all’incontro.
Patrizia Neroni.