(Bratislava) Sottolineare l’importanza della formazione dell’opinione pubblica per rendere gli abitanti più sensibili nei confronti dei problemi dei migranti e dei rifugiati, e compiere passi concreti per agevolare il processo di integrazione dei migranti nella società slovacca a prescindere dalla loro religione. Sono questi i pilastri su cui poggia l’azione della Chiesa cattolica in Slovacchia a favore dei migranti e dei rifugiati che giungono in questo Paese. “Bisogna aiutare ogni persona bisognosa e in difficoltà, specialmente chi è in pericolo di vita a causa di conflitti e persecuzioni nel proprio Paese di origine, qualsiasi sia la sua religione”, ha dichiarato p. Martin Kramara, portavoce della Conferenza episcopale slovacca, annunciando la creazione di un gruppo di lavoro per le questioni relative all’immigrazione in seno alle strutture della Chiesa cattolica che si occuperà non solo dell’aiuto concreto fornito dalle diverse realtà ecclesiali, ma anche e soprattutto di sensibilizzare a questo riguardo l’opinione pubblica. Secondo Radovan Gumulak, segretario generale di Caritas, questa istituzione ha fornito servizi specifici, agevolando il processo di integrazione di 270 rifugiati fino ad oggi, il 90% dei quali musulmani. “Anche i rappresentanti della comunità musulmana sono stati invitati all’ultima sessione dei concili e delle commissioni della Conferenza episcopale allo scopo di instaurare un dialogo con questa minoranza religiosa in Slovacchia e coordinare al meglio il processo di integrazione a tutti i livelli”, ha dichiarato Radovan Gumulak.
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