Dopo Viaggio nella Cappella Sistina (Rizzoli, 2013) Alberto Angela continua a esplorare le meraviglie del Vaticano con un libro dedicato a dove tutto è nato. San Pietro. Segreti e meraviglie in un racconto lungo duemilla anni è la affascinante storia di uno dei luoghi più cari ai cattolici di tutto il mondo.
Il volume, che si articola in 9 capitoli, ripercorre, seguendo un percorso storico, le tappe dello sviluppo della basilica vaticana. Ogni paragrafo, della lunghezza di un articolo di giornale, è corredato da un ottimo apparato iconografico che aiuta il lettore ad avvicinarsi a questo luogo straordinario sia dal punto di vista storico, che da quello artistico e religioso.
Forse i capitoli più interessanti sono i primi tre, perché raccontano di fatti e luoghi che solitamente sfuggono al pellegrino e/o turista. Il primo capitolo è dedicato alla necropoli vaticana che è possibile visitare solo su prenotazione. Si tratta dei un’antica necropoli pagana che oggi si trova nella zona corrispondente alla navata centrale, (nella parte compresa fra il baldacchino del Bernini e metà navata) e che nell’antichità si trovava a ridosso del Circo di Nerone.
In mezzo a questi sepolcri pagani, in quello che gli studiosi chiamano “Campo P”, negli anni ’60 del primo secolo venne sepolto San Pietro. Un centinaio di anni dopo, i cristiani, per conservare la memoria del luogo dove si trovavano le spoglie del Principe degli Apostoli, costruirono un piccolo monumento funebre, chiamato “Trofeo di Gaio”.
Nel secondo capitolo si parla della costruzione dell’antica Basilica di San Pietro. Quella che vediamo oggi infatti è un rifacimento del XVI secolo, ben diversa dall’originale. L’antica Basilica di San Pietro fu costruita dall’imperatore Costantino nel luogo dove sorgeva la necropoli. Essa si presentava a cinque navate. Vi si accedeva dopo aver attraversato un quadriportico. Per custodire e proteggere il Trofeo di Gaio (e la sottostante tomba di Pietro), Costantino fece edificare la cosiddetta “Memoria Costantiniana”.
Nel terzo capitolo l’autore si sofferma su parecchi “cimeli” dell’antica basilica che sono stati reinseriti in qualche modo nell’attuale basilica. Basta pensare al grande disco di porfido rosso che si trova appena si varca l’ingresso della chiesa: si tratta del luogo dove la notte di Natale dell’800 Carlo Magno venne incoronato imperatore. Sullo stesso disco di porfido verranno incoronati in seguito altri imperatori e si può dire che qui è passata la storia dell’Europa.
Ma che dire poi della statua di San Pietro di Arnolfo di Cambio, della “Cattedra di San Pietro” inglobata in quella monumentale del Bernini, del gallo che oggi si trova nel museo e che nel passato si trovava sul campanile della chiesa, di questi e di altri oggetti che hanno una storia e un segreto da raccontare?
Davvero un bel libro, facile da leggere e piacevole da guardare con tutte le sue belle immagini.
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