SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Quando si parla di leggi del lavoro regna una grande incertezza, per una serie di norme che si sono susseguite che hanno generato questa situazione. In questa situazione poi di un contesto lavorativo in cambiamento e critico, la legge delega chiamata Jobs Act, è ancora da verificare nel concreto anche perchè molti dei decreti attuativi devono ancora uscire, difficile quindi capirne realmente la portata. È una sfida aperta. Ecco quindi che il Movimento Lavoratori di Azione Cattolica porta avanti il proprio impegno di formazione e informazione per conoscere, approfondire, ma anche confrontarsi creando anche relazioni fra persone, come l’incontro “Abitare il lavoro ai tempi del Jobs Act”, svoltosi presso la sala Polivalente della Caritas di San Benedetto, venerdi 8 gennaio.
Coniugando uno dei verbi del convegno di Firenze: abitare, al Mlac sta a cuore la persona e l’impegno dei credenti alla costruzione della società comune, come indica anche papa Francesco.
Di alcuni di questi aspetti, legati ai contratti, alle tutele che cambiano si è discusso con il consulente del lavoro Ernesto Fazzini, che opera a Ascoli, consulente anche presso il tribunale e facente parte della Fondazione Lavoro. Uno sguardo partendo dalle situazioni concrete che si vengono a creare e conosciute da chi opera da anni come professionista accanto a imprese e lavoratori. Tante le questioni in campo con questa riforma e, come sottolineava Fazzini, le informazioni che vengono date, soprattutto dai mass media, sono superficiali. Si aprono, infatti, numerosi scenari ancora da comprendere, come ciò che succederà fra qualche anno a coloro che sono stati assunti ora a tempo indeterminato grazie alle facilitazione concesse, se il contesto produttivo non cambierà si rischia che, con le minor tutele, si riperdano quei posti. È necessaria un’attenzione corresponsabile della società civile a queste dinamiche. Incontri come quelli promossi dal Mlac cercano di proporre strumenti di comprensione e conoscenze fondamentali per verificare le misure legislative adottate e vivere una cittadinanza attiva nella corresponsabilità. Ma anche occasioni di incontro per parlare del lavoro e superare la solitudine e la divisione, ricostruire relazioni, tra le persone che lavorano. Rafforzare conoscenze aiuta a costruire un tessuto capace di essere parte attiva nei cambiamenti anche legislativi del mondo del lavoro. C’è da chiedersi se questo tessuto attivo e partecipe, capace di fare la differenza sulle scelte politiche e sociali ci sia o manchi da parte di molti l’assunzione di responsabilità, c’è l’esigenza di richiamare a una partecipazione attiva su questioni che riguardano tutti, davvero tutti, e questo è anche compito della Chiesa. Altrimenti ci rimane solo l’eco delle risate ascoltando l’ironia della verità che canta Checco Zalone…
Per approfondire il tema del Jobs Act vi consigliamo l’articolo di Gabriele Gabrielli, presidente della Fondazione Lavoroperlapersona, dalla rivista Dialoghi dell’Azione Cattolica.
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