Sei anni fa, il 12 gennaio 2010, un violentissimo terremoto colpiva Haiti, provocando almeno 230 mila vittime accertate, oltre 300.000 feriti e un milione e mezzo di senza tetto. Caritas italiana ha finanziato 192 progetti di solidarietà, per un importo di oltre 23 milioni di euro e in diversi ambiti: aiuti immediati, ricostruzione, socio-economico; idrico-sanitario; animazione/formazione/istruzione. La maggior parte dei progetti sono stati realizzati nelle zone più colpite dal sisma (Ovest e Sud-Est), ma si è comunque intervenuti in tutte e 10 le diocesi. Nell’anniversario di questo evento, Caritas italiana pubblica il Dossier “Concentrato di povertà. Investire nella scuola per liberare un Paese”, che approfondisce in modo particolare i temi dell’indigenza e della disuguaglianza a partire dalla situazione che vive il paese caraibico. La Repubblica haitiana è il Paese più povero dell’America Latina e presenta grandi squilibri: il 10% degli haitiani possiede il 70% delle entrate dell’intero Paese, mentre due haitiani su tre vivono con meno di due dollari al giorno.”Un Paese dimenticato – si può leggere nel testo – che si sveglia la mattina e cerca comunque di andare avanti; un Paese dove la maggior parte della popolazione vive in una situazione di miseria, degrado e abbandono, e una piccola parte nel lusso sfrenato”. Un focus è dedicato poi al tema dell’educazione, uno dei pilastri affinché i Paesi poveri possano uscire dalle situazioni di emarginazione e miseria in cui si trovano. Il Dossier presenta i risultati di un’indagine presso alcune scuole di Haiti, per avere una visione reale del livello d’istruzione del popolo haitiano e cogliere le varie sfumature sociali. Proprio ad Haiti, infatti, il 100% delle scuole comunitarie non riceve né testi né materiale dallo Stato e solo il 22% delle scuole rurali ha sempre accesso alla corrente elettrica. “La scuola può però diventare un decisivo strumento di liberazione – afferma Caritas italiana -. A patto che vi sia un’azione comune di tutta la società civile e politica, dalla famiglia allo Stato, dal non profit alla Chiesa”.