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Reato di clandestinità: Forti (Caritas Italia) “l’atteggiamento del governo paradossale”

La Caritas italiana contesta il dietrofront del governo sulla depenalizzazione del reato di clandestinità, che doveva essere discusso nel prossimo Consiglio dei ministri di venerdì, ma è stato rinviato. “L’atteggiamento del governo, che non dà seguito a obblighi del Parlamento, è paradossale, perchè fa marcia indietro solo per motivi politici dichiarati”: questo il commento di Oliviero Forti, responsabile dell’ufficio immigrazione della Caritas italiana. Tra le ragioni addotte dal governo c’è infatti la percezione di insicurezza da parte dei cittadini, ritenendo che l’opinione pubblica non sia pronta a questo cambiamento, nonostante sia stato richiesto anche dai magistrati e dal capo della polizia, perché non è un deterrente ed intasa il lavoro di polizia e tribunali. “Sono questioni che hanno a che fare con i diritti umani – afferma  Forti -. È una norma fortemente discriminatoria e ingiusta e al contempo pesante e costosa, per l’amministrazione pubblica. Ma sembra che l’unica legge che comanda sia l’interesse della politica”.  “Già all’indomani dell’approvazione della norma  – ricorda – abbiamo denunciato l’inutilità di questo tipo di provvedimenti, che servivano più a livello mediatico e demagogico piuttosto che alla gestione del fenomeno migratorio. È una norma che non punisce un comportamento ma una condizione, contribuendo ad incidere negativamente sulla credibilità del nostro Paese a livello europeo”. Nei 5 anni trascorsi, prosegue, “se ne è dimostrata l’inutilità, e ancor peggio il fatto che abbia appesantito la macchina amministrativa”.

 

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