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“Strana… mente Artista” A tu per tu con lo scrittore Emidio “Steve” Santori

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GROTTAMMARE – Un grottammarese con una grande passione per la scrittura. E’ Emidio “Steve” Santori, classe 1978, che ha scritto il libro “L’orrore invisibile”, un testo tra giallo e brivido edito dalla casa editrice anconetana Italic Pequod e che sarà presentato venerdì 15 gennaio alle ore 17.30 presso l’Antico Caffé Soriano di San Benedetto del Tronto (AP), sito in Viale De Gasperi. Lo abbiamo incontrato a Grottammare, ecco le sue parole.

Emidio, perché scrivi?
“Per me la scrittura è qualcosa di vitale, un po’ come respirare. E’ un istinto quello di scrivere che ho seguito fin dall’infanzia. Negli anni, con molta pazienza e dedizione, sono riuscito a migliorare grazie all’esercizio e a svariate letture che mi hanno aiutato ad accrescere la consapevolezza della mia attitudine e a rafforzare l’autodisciplina che ogni scrittore dovrebbe avere. Come ogni attività artistica anche questa non ha basi razionali certe, non può essere spiegata compiutamente, ma penso che in genere chi scrive lo fa in primis per soddisfare se stesso, traendone piacere, e poi cerca di trasmettere le sue emozioni agli altri; l’aspetto della condivisione è importante. Creare solo per se stessi alla fin fine sarebbe sterile, da qui la necessità di allargare i confini della propria arte”.

Chi t’ispira?
“La letteratura anglo-americana mi ha influenzato notevolmente. Del resto, lo si può intuire dallo pseudonimo con cui ho scelto di pubblicare. In effetti è stato una specie di omaggio a quella narrativa… E il riferimento non può che essere ai tre capisaldi della letteratura del brivido, quali Poe, Lovecraft e più recentemente Stephen King; ma, non solo: potrei citare molti altri autori che pure hanno dato un contributo fondamentale a questo genere, e con i quali ho un certo debito di riconoscenza; ad esempio Mary Shelly, Stevenson, o Dickens”.

Com’è nato “L’orrore invisibile”?
“Nasce dall’immaginazione, come sempre, che in questo caso trova nella realtà una valida fonte d’ispirazione. Inizialmente doveva far parte di una collana di racconti, ma durante la stesura mi sono accorto che “L’orrore invisibile” avrebbe funzionato meglio come romanzo, seppur breve. La storia è ambientata nel liceo classico di un fittizio paesino costiero, nelle Marche. L’epoca in cui si svolge è quella dei primi anni 2000, un periodo scosso da gravi fatti di cronaca nera. La vicenda si può descrivere secondo uno schema triangolare, diciamo. Un triangolo morboso, perverso dove suspence e tensione la fanno da padrone. Un triangolo alla cui base troviamo, da un lato, un gruppo di studenti afflitti da turbe mentali e, dall’altro, lo psichiatra di grido incaricato dalla scuola di guarire i liceali e ripristinare l’ordine sociale, per così dire, rappresentato in quel microcosmo dal preside dell’istituto; al vertice del triangolo immaginario sta l’elemento più sinistro della vicenda: una casa colonica abbandonata, un luogo dalla pessima fama. Gli abitanti la aborriscono da sempre e ai giovani è assolutamente proibito metterci piede. E’ facile chiedersi  quale terribile segreto essa celi… Mi piaceva l’idea che un antico casolare di campagna diventasse il quartier generale di giovani ribelli in piena crisi d’identità; un luogo solo apparentemente comune che influirà sulla loro psiche portandoli alla follia o a manifestare dei poteri eccezionali… Tale è l’incipit della storia che mi ha affascinato fin dall’inizio; poi, una volta giunto alla parola Fine, mi ha fatto innamorare, essendo rimasto io stesso conquistato dalla miscela di potere dissacrante e mistero che – più o meno consapevolmente – avevo creato; come l’aura di macabra sacralità che circonda l’edificio diroccato, fulcro del romanzo”.

Raccontaci com’è nata l’attenzione dell’Italic Pequod al tuo libro.
“Il rapporto con la Italic Pequod è nato casualmente. Mi trovavo ad Ancona per distribuire il libro –  già auto-pubblicato nel giugno 2013 – , e una copia è stata intercettata dalla casa editrice che si è presa la briga di visionare il manoscritto. Quindi sono stato ricontattato, e  a distanza di 1 anno e 3 mesi,  precisamente lo scorso 29 ottobre, è maturata la pubblicazione che ora mi porterà con enorme piacere a promuovere nella mia città natale e in quelle della mia regione quest’opera senza dubbio migliorata grazie al lavoro di editing e ad una nuova presentazione dell’editore”.

Per chi fosse interessato, questo libro è disponibile?
“Il libro è presente nelle librerie Feltrinelli di tutta Italia, sul sito feltrinelli.it, in Google Books e a San Benedetto del Tronto, in particolare nella libreria ‘La Bibliofila’”.

Hai in mente nuove creature letterarie nel futuro?
“In realtà ce ne sono diverse in incubatrice, il problema è verificare se poi vedranno la luce. Senz’altro l’esigenza di scrivere è molto forte e smettere sarebbe un peccato. Nonostante la triste constatazione che in Italia si legge davvero poco, l’esperienza fatta fin ora ritengo sia incoraggiante e, per quanto mi riguarda,  lasci ben sperare; sempre all’insegna del miglioramento personale, e nel tentativo, ahimè arduo, di suscitare interesse  per un genere da sempre sottovalutato il quale a mio avviso meriterebbe di essere riscoperto e valorizzato”.