Invito formalizzato ma nessuna data. Sarà il Papa a decidere se e quando andare in visita alla Grande Moschea di Roma. Il desiderio della delegazione musulmana è però che questa visita si realizzi nell’Anno della Misericordia. E’ l’Imam Yahya Pallavicini, Vice Presidente della Co.re.is – Comunità religiosa islamica italiana, a raccontare come è andato l’incontro questa mattina in Vaticano, prima dell’udienza generale del mercoledì, tra Papa Francesco e la delegazione di musulmani che hanno presentato l’invito ufficiale a visitare la Moschea di Roma.
Ci racconti prima di tutto che clima si respirava?
L’incontro è stato particolarmente positivo e cordiale. Siamo rimasti tutti commossi e contenti per questo momento di incontro che è stato anche di carattere spirituale tra la delegazione che rappresenta la gestione della Grande moschea di Roma e la massima autorità del cristianesimo cattolico. In questo momento abbiamo formalizzato l’invito, alla presenza anche di monsignor Rino Fisichella in nome della Misericordia, nella speranza di realizzare insieme un clima di rispetto e di fratellanza. I dettagli della visita saranno oggetto di una maturazione e di concertazioni più tecniche. Però è già significativo questo ricevimento e questo invito che è stato annunciato e trasmesso.
Chi c’era?
Monsignor Fisichella e il Papa. Mentre invece la nostra delegazione era composta da cinque persone: il presidente della ambasciata dell’Arabia Saudita e del centro islamico culturale d’Italia e i due vice-presidenti, gli ambasciatori di Marocco ed Egitto. Abdellah Redouane che è il segretario generale del Centro islamico culturale ed io.
Che cosa vi siete detti?
Il Papa ha fatto riferimento ai diritti di rispetto che sono dovuti in maniera reciproca tra cristiani e musulmani come fondamento della fratellanza, dell’amicizia e della cooperazione seria. Il presidente del centro islamico culturale d’Italia, l’ambasciatore saudita, ha fatto esplicito riferimento alla solidarietà, alla tutela e alla difesa delle minoranze cristiane che sono come quelle musulmane, oggetto di un abuso e di una violenza. E’ stato un incontro relativamente breve.
Questioni importanti che lasciano intravedere che l’incontro alla moschea sarà altrettanto corposo.
Inshallah , come si dice. O, detta in termini latini, Deo Volente. Sarà sicuramente un incontro simbolico, significativo e spero di grande valenza spirituale per tutti i cittadini a Roma, in Italia e nel mondo e direi per tutti i credenti in particolar modo cristiani e musulmani in Italia e a Roma e nel mondo. Questo è quello per cui noi lavoriamo e quindi speriamo.
Si è quindi capito che sicuramente la visita non sarà il 27 gennaio. Tecnicamente come vi siete lasciati?
Il Papa ha ricevuto l’invito. Mediterà e ci darà una risposta che speriamo possa onorare la nostra richiesta. Siamo in attesa di un auspicabile adesione che ci farebbe grande onore. Di sicuro la data millantata non è reale.
Avete fatto delle proposte?
No, abbiamo lasciato a Sua Santità la decisione secondo la sua più autorevole convenienza. E’ proprio esplicitato. Speriamo che si realizzi – ma siamo fiduciosi – in questo anno della Misericordia.