di Alessio Rubicini
La giornata di Domenica 17 Gennaio 2016 è stata, per la nostra Parrocchia, un’autentica giornata di festa. Anzitutto perché la nostra Comunità si è raccolta per festeggiare Sant’Antonio Abate la cui devozione è fortemente radicata nei nostri cuori. Poi è stata una giornata di festa perché abbiamo ascoltato nel Vangelo di una festa, la festa di nozze a Cana di Galilea alla quale ha partecipato Gesù e durante la quale egli ha compiuto il primo miracolo della sua cosiddetta “vita pubblica”.
Nell’omelia il nostro Parroco Don Luis ha evidenziato come, nella tradizione ebraica la festa era qualcosa di essenziale e di molto importante nella vita delle persone. Si preparava la festa, soprattutto la festa di matrimonio, con molta cura. Ancora oggi per noi è così. Ed è così anche in molte parti del mondo.
“Spesso, però, oggi perdiamo il senso delle nostre feste. Si rischia di festeggiare o di celebrare solo per abitudine senza dare la giusta importanza a ciò che si sta festeggiando.
Nella festa non può mancare il vino che, anche nella Sacra Scrittura, è definito la gioia del cuore dell’uomo. Ecco, allora, che Gesù deve fare in modo che non manchi il vino per la Festa. Gesù non vuole che la nostra vita sia annacquata, che sia senza colore e senza sapore come l’acqua.
Oggi che celebriamo la Giornata dell’Accoglienza dei Migranti e dei Rifugiati non possiamo offrire un’accoglienza annacquata, che sia senza sapore e senza calore umano, senza la gioia di condividere qualcosa e senza il gusto di scoprire la vita dell’altro ai nostri fratelli che arrivano da lontano.
Sant’Antonio, che oggi celebriamo, ci insegna che la Fede viene per illuminare la nostra vita, perché rifiorisca il nostro amore, perché essa abbia gusto e colore e non sia una vita annacquata. Lui non si allontana dal mondo per fuggire ed andarsene da solo nel deserto ma cerca, invece, di dare il meglio a coloro che sono intorno a lui: scoprirà come guarire dal “Fuoco di Sant’Antonio”, si prenderà cura degli animali e del creato, si preoccuperà di trovare una sistemazione per sua sorella perché non resti nella povertà.
Sant’Antonio non è quell’uomo che scopre la Vita di Dio e resta nell’indifferenza. Chi si dice cristiano non può rimanere nell’indifferenza. Papa Francesco ce lo dice con forza in questa giornata dedicata ai Migranti ed ai Rifugiati che, come dice il Santo Padre, interpellano anche noi cristiani e nessuno può dire di non essere richiamato da questo fenomeno dell’immigrazione perché siamo tutti chiamati a vedere, nel fratello che arriva da lontano, proprio un fratello e una sorella, un essere umano”.
La giornata di festa della nostra Parrocchia si è aperta con la tradizionale benedizione degli animali sul Sagrato della nostra Chiesa. Durante questo momento siamo stati allietati dalla confusione prodotta dalle voci di questi nostri particolari amici che, come ha ricordato Don Luis, nel disegno di Dio Creatore sono compartecipi della vicenda umana.
E dopo la Messa abbiamo accompagnato la nostra immagine di Sant’Antonio in processione nel Piazzale Parrocchiale. Una processione che si è svolta in un clima gelido se ci vogliamo fermare alla temperatura abbastanza prossima allo zero in cui essa si è svolta, ma certamente caldo e coinvolgente per la preghiera ed il raccoglimenti di tutti noi che vi abbiamo preso parte. Durante la processione non potevamo dimenticare di implorare la benedizione di Dio nostro Padre per le nostre campagne da cui si trae il nostro sostentamento e che per molti di noi è la principale fonte del nostro lavoro. Ma abbiamo pregato per il lavoro di ciascuno di noi, anche quando esso non è direttamente legato al lavoro della terra, soprattutto per coloro di noi che attraversano situazioni di crisi e di difficoltà nella propria attività lavorativa.
E come ogni festa che si rispetti, la nostra giornata si è conclusa nella condivisione del sempre ottimo stoccafisso in salsa preparato dal nostro Comitato Festa e che, da sempre, è il piatto tradizionale della nostra giornata dedicata a Sant’Antonio Abate.